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Immigrazione, i cortociruiti della sinistra

di Andrea Tempestini domenica 29 dicembre 2013

Cècile Kyenge e Laura Boldrini

2' di lettura

Il problema, in fondo, è la cattiva coscienza. Quella di una sinistra che non riesce a venire a patti con se stessa, che fa un passo in avanti e sette indietro, che continua ad avvitarsi su se stessa. I fatti di Lampedusa lo dimostrano. Notate il cortocircuito: si scopre che sull’isola c’è un Cie dove gli immigrati vengono trattati come animali, lavati con gli idranti. Poi si viene a sapere che il centro è gestito da una coop rossa, quindi da gente - diciamo - di casa. Al che un deputato del Pd, Khalid Chaouki, si stabilisce nel Cie per denunciarne le condizioni disumane, ne parla come fosse un lager.  Già, peccato che questo genere di centri li abbia istituiti la legge Turco- Napolitano, quindi un provvedimento voluto dal Pd. A quel punto, interviene il premier Enrico Letta e annuncia che, a gennaio, il governo provvederà a «una revisione degli standard dei Centri di identificazione ed espulsione ». In pratica, fanno tutto da soli. Ora ci piacerebbe sapere quali saranno i provvedimenti dell’esecutivo a trazione sinistra. Perché ogni volta che gli amici progressisti mettono le mani sull’immigrazione peggiorano le cose. Per esempio nominando ministri inadeguati come Cécile Kyenge. L’intervento di Letta sulla Bossi - Fini serviva anche a proteggere la signora di origine congolese, ormai sconfessata dal suo stesso partito.  A parte la protesta del suo collega Chaouki, la Kyenge si è messa in saccoccia pure le critiche pesanti di Gad Lerner, secondo cui avrebbe concluso poco o nulla. Finora, infatti, si è limitata a parlare a vanvera e a collezionare svarioni sullo «ius soli» (secondo lei sarebbe stato approvato a gennaio). Insomma, il quadro è disastroso, quel che ne emerge è la confusione più totale. Ecco perché preoccupa l’idea che si torni a mettere mano alla legge sull’immi - grazione. Che genere di norma potrà uscirne, se non un completo pastrocchio? La Bossi-Fini senz’altro ha dei limiti, ma è anche vero che non è mai stata applicata fino in fondo. Ancora una volta, la cartina di tornasole è Lampedusa. La Procura di Agrigento ha fatto sapere di aver indagato sedicimila clandestini in un anno.  Un atto dovuto, lo impone la legge, hanno spiegato i giudici in conferenza stampa. Il tono pare quello di una sottile polemica, come a dire: forse sarebbe il caso di cambiare una legge. Già, la stessa legge che i giudici di mezza Italia non hanno mai applicato, preferendo fare di testa loro. Il risultato, ancora una volta, è che a confusione si aggiunge confusione. E i ministri- figurine non riescono a cavare un ragno dal buco, anzi complicano le cose. Letta vuol cambiare la legge. Chissà se avrà il coraggio di darle il suo nome.  di Malabarba

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