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Pdl, le correnti: nomi e cognomi

di Andrea Tempestini domenica 13 ottobre 2013

Fitto, Lupi, Gasparri e Verdini

2' di lettura

Un partito spaccato, animato da più correnti, mai come oggi così lontane. La crepa s'è ulteriormente aperta dopo il sofferto voto di fiducia a Enrico Letta. Da una parte Angelino Alfano, dall'altra i cosidetti lealisti, a capo dei quali si è posto Raffaele Fitto. E Silvio Berlusconi? Per quanto i "lealisti" si dicano leali proprio al Cavaliere, il Cavaliere stesso non ha ancora deciso. Sta nel mezzo. Riflette. Pensa a quale fazione sostenere e proporre. Governisti - Ora è interessante comprendere la composizione di queste anime azzurre. Partiamo dai governisti, o moderati, o alfaniani, o colombe. Il leader, ovvio, è Angelino Alfano. Tra coloro che si sono spesi per tenere insieme il governo Letta e la scorsa settimana hanno vinto ci sono poi Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo, Fabrizio Cicchitto e Renato Schifani. Guarda interessato, forse un po' a sorpresa, anche Renato Brunetta. Lealisti - Diametralmente opposte, invece, le posizioni dei già citati lealisti: contestano la linea di Alfano, chiedono l'azzeramento degli incarichi di partito e un congresso. Il leader è Raffaele Fitto. Con lui Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, l'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma, Deborah Bergamini, Anna Maria Bernini, Sandro Bondi e Renata Polverini, che oggi, lunedì 7 ottobre, in un'intervista su Il Messaggero ha fatto sapere di essere pronta anche a lasciare il Pdl. Tra chi è attratto dalla linea di Fitto, anche Altero Matteoli e Maurizio Gasparri. Infine un appoggio esterno: quello di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia. Mediatori - Tra gli azzurri c'è anche un partito trasversale, quello dei mediatori, berlusconiani fedeli ma inclini alla trattativa. Un gruppo che ha, come primo obiettivo, quello di tenere unito il partito. Il più in vista è Maurizio Gasparri. Eppoi ci sono Paolo Bonaiuti, Renato Brunetta, Michela Brambilla, Paolo Romani, Altero Matteoli, Osvaldo Napoli e Stefano Caldoro. Falchi - C'è infine un gruppetto, più ristretto, che dagli ultimi confronti interni ci è uscito con le ossa rotta. Sono i falchi, che hanno spinto per la rottura con il Pd e che ora sono i grandi sconfitti. L'unica loro possibilità è convergere con i lealisti, ma le posizioni sono distanti. Tra di loro, i Denis Verdini e Daniela Santanchè. Poi Augusto Minzolini e Mario Mantovani.

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