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L'ex-legale del Cav Pecorella: "Se condannato, Berlusconi farà il latitante"

Ospite a La Zanzara, l'ex-parlamentare del Pdl consiglia a Silvio: "Bada ai nipotini o farai la fine di Mussolini. Poi attacca Fede: "Non mi ha dato una lira"
di Sebastiano Solano domenica 7 luglio 2013

2' di lettura

Silvio Berlusconi latitante. E' lo scenario prospettato da Gaetano Pecorella, ex-legale del Cav, nel caso dal processo Mediaset emergesse un verdetto di condanna. Ospite a La Zanzara, Pecorella non ha dubbi: "Se i processi dovessero andare in porto con condanne definitive, Berlusconi non resterebbe in Italia ad aspettare di scontare la pena in carcere. Non so se andrà ad Hammamet o in Russia o altrove, ma non resta qui“. Lo stesso concetto ribadito ieri sera da Vittorio Feltri a Virus, in onda su Rai due, dove ha spiegato: "O si consegna alle Forze dell'Ordine o l'alternativa è la fuga", è stato il suo ragionamento.  Farà la fine di Mussolini - Precisa l'ex-parlamentare di Forza Italia: "Berlusconi potrebbe fare tecnicamente il latitante, nel senso di latitanza dorata. Ma i latitanti sono i poveracci, i ricchi non sono mai latitanti: risiedono ad Hammamet o alle Bahamas". Sollecitato dal conduttore, Pecorella si lancia poi in un consiglio quasi da fratello a Berlusconi, alimentando però lo spettro di una nuova Piazzale Loreto: "A una certa età bisognerebbe occuparsi dei nipotini. Quelli che non hanno capito quando ci si doveva ritirare hanno fatto una brutta fine, come Mussolini o Napoleone".  Fede non mi ha pagato, toghe come i maiali... - Dalla politica alla giustizia, materia a lui certo più congeniale, i toni non cambiano. Accusa Emilio Fede: "Non ho ricevuto neanche una lira, neppure per le spese processuali". E critica, come già aveva fatto qualche giorno fa su Il Corriere, la strategia difensiva di Niccolò Ghedini: "E’ stata sbagliata, il processo andava fatto sotto tono. E’ stato costruito tutto un castello di rapporti coi testimoni, di polemiche, di gente che protestava davanti al tribunale, inclusi ex magistrati che si sono messi in prima fila“. Il motivo lo spiega, citando Piero Calamandrei, subito dopo: "I magistrati sono come i maiali. Se li tocchi, gridano tutti".

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