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Ingroia, Tar Lazio respinge il ricorso: "Vada ad Aosta"

Respinta l'istanza del pm prezzemolino contro la delibera del Csm: deve andare in Valle d'Aosta. Ma potrebbe salvarlo il "soccorso rosso" di Caselli...
di Sebastiano Solano domenica 26 maggio 2013

Antonio Ingroia

2' di lettura

  E ora vada a lavorare. Il Tar del Lazio ha deciso: nessuno stop per il trasferimento ad Aosta del magistrato Antonio Ingroia. Il pm prezzemolino aveva avanzato un'istanza cautelare contro la delibera del Csm, che ha disposto il suo ricollocamento in ruolo all'Ufficio giudiziario di Aosta con le funzioni di pubblico ministero. Aosta, secondo il Csm, è l'unica sede possibile poiché è l'unica circoscrizione in cui Ingroia non si era presentato con la sua Rivoluzione Civile alle scorse elezioni. Il destino di Ingroia, insomma, ora pare segnato: i suoi colleghi hanno deciso che dovrà andare a lavorare tra gli stambecchi. Per inciso, il pm ora ufficialmente inferie, ha ammesso di percepire uno stipendio di 5mila euro al mese. Ma Caselli... - Per Ingroia, però, potrebbe arrivare il soccorso rosso. A salvarlo dall'odiata Aosta potrebbe essere Giancarlo Caselli, procuratore capo di Torino. Rimanere in Valle vorrebbe dire di occuparsi di reati comuni, abigeato compreso: un "offesa" per Ingroia, abituato com'è ai processi su mafia e politica e alla sovraesposizione mediatica sua e delle sue indagini. Ed è nato così, tra una manifestazione della Fiom e una della sua Azione Civile, il piano chiamato "Fuga da Aosta".  Idea Caselli - Come è noto l'ex-pm della 'trattativa' non gradisce Aosta, una sistemazione che considera degradante per la sua carriera passata e futura. Ecco allora il possibile salvacondotto: farsi chiamare alla Dda di Torino come applicato endodistrettuale dal procuratore generale della città della Mole Marcello Maddalena. Ed è qui che entrerebbe in gioco Caselli: sarebbe lui a sollecitare la pratica Ingroia al suo superiore gerarchico.  Il giochino di Ingroia - Ma la cosa non è così semplice: come rivela Il Giornale, infatti, "l'applicazione potrebbe essere disposta per un'inchiesta antimafia in particolare, nata ad Aosta e per la quale sia necessario l'affiancamento ad un magistrato della Dda torinese". Maddalena, d'altra parte, non è detto che stia al gioco: potrebbe anche rifiutarsi di apporre il proprio visto sul trasferimento. Insomma, ad Ingroia serve scovare qualche mafioso ad Aosta (e ora, dopo la pronuncia del Tar, avrà tempo per farlo).

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