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Pd, i bersaniani: "Renzi premier". E i renziani dicono no al tranello

Il giovane turco Orfini lancia l'idea a sorpresa. La Serracchiani: "Assolutamente no". I rottamatori non vogliono bruciare il sindaco sull'altare del governissimo
di Giulio Bucchi domenica 28 aprile 2013

2' di lettura

I bersaniani vogliono mandare Matteo Renzi a Palazzo Chigi. E i renziani ci vedono la vendetta postuma. Si preannuncia una direzione Pd infuocata, quella di oggi, martedì' 23 aprile  alle 17 a Roma. Il sindaco rottamatore ci sarà, ma nel frattempo è il giovane turco Matteo Orfini a preparare il terreno della battaglia: "Io candiderei Renzi per il ruolo di premier - lancia a sorpresa Orfini a Piazzapulita su La7 -, sarebbe una sfida fortissima a tutti gli altri partiti, Berlusconi compreso". In questo modo, sottolinea il giovane democratico tornando sulle posizioni di Renzi (ospite pochi minuti prima a Otto e mezzo), "si potrebbe rovesciare lo schema Amato premier-Alfano vice".  Il no della renziana Serracchiani - Il conduttore Corrado Formigli a questo punto dà la palla alla neogovernatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, democratica e renziana. Un assist che la Serracchiani rimanda al mittente (Orfini, ma sotto sotto anche Bersani e Massimo D'Alema): "Renzi premier? No, assolutamente. Il Pd non è più in condizione di fare nomi di candidati. Non siamo riusciti a farli per il Quirinale, figurarsi per Palazzo Chigi...". La posizione di Serracchiani e renziani è semplice: no alla "trappola" dei giovani turchi e grandi vecchi democratici, che vorrebbero ricompattare il partito mettendo sul piedistallo il nemico rampante da impallinare. E magari da bruciare, ingessato sull'altare di un governissimo, e scaricare quando si tornerà alle urne. I mal di pancia - Dpo la Caporetto del partito che si è consumata durante le sei tormentate votazioni al presidente della Repubblica. Il partito è più che diviso: è polverizzato. E adesso si apre il capitolo governo reso ancora più doloroso dopo il forte richiamo del presidente Giorgio Napolitano che nel suo discorso ha strigliato tutti i partiti richiamandolo al senso di responsabilità verso il Paese, un Paese che dopo più di due mesi dall'elezione non può pià permettersi di perdere altro tempo. Ed è proprio sul capitolo premier che si sta consumando un'altra lotta all'interno del partito. Circola il nome di Amato, ma già i gioovani turchi sono in fibrillazione. Uno dei loro capi, Andrea Orlando spiega: "noi lo diciamo ufficialmente se governo politico deve essere, allora chi meglio potrebbe guidarlo?" In questo modo il nostro partito tiene e sfidiamo apertamente Grillo e Berlusconi.". La candidatura di Renzi però fa paura ai renziani, temono che il "loro" sindaco si bruci nel nome di una pseudo-unità del partito. Lanciare Renzi viene considerato dai suoi amici "troppo presto". Ci sono poi i "vecch" del partito come Rosi Bindi che aveva già bocciato la candidatura di Enrico Letta e che, anche su Renzi, potrebbe avere qualche problea. Insomma, i mal di pancia nel partito sono tanti (oltre a Bindi anche Franco Marini e Beppe Fioroni hanno più di una perplessità sul nome del sindaco). Renzi è consapevole che in questo momento è molto pericoloso salire a Palazzo Chigi, per questo lascerebbe volentieri la poltrona a Letta. 

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