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Pdl, rebus liste: Dell'Utri: "Finchè vivo, mi candido". Cosentino: "Solo nel Pdl"

Il senatore al Corriere: "Io con Grande Sud? Una minchiata". Il deputato campano: "Sono pronto ad andare in carcere da innocente"
di Giulio Bucchi domenica 20 gennaio 2013

2' di lettura

  Le liste dei candidati del Pdl sono un rebus, ma non per loro. Marcello Dell'Utri e Nicola Cosentino, due pezzi grossi del partito al Sud, rispettivamente in Sicilia e Campania, sono considerati gli "imprensentabili" del partito. Le pendenze giudiziarie, le accuse di collusione con mafia e camorra, sono pesantissime. Silvio Berlusconi vorrebbe partire da loro con l'operazione rinnovamento. Eppure sia l'uno che l'altro si dicono sicuri: alla fine, in un modo o nell'altro, torneranno in parlamento e lo faranno nelle liste del Pdl. Dell'Utri: "Candidato a vita" - "Certo che mi candido. Finchè sono vivo continuerò a candidarmi", spiega spavaldo al Corriere della Sera il senatore Dell'Utri. Qualcuno nel Pdl, per salvarlo senza metterci la faccia, aveva profilato una sua candidatura con Grande Sud dell'alleato Miccichè: "Una grande minchiata - liquida l'ipotesi Dell'Utri -. Pongo il quesito: chi sono io? Basta ricordarsi dove sto io, dove sono sempre stato". Insomma, sarà candidato e lo farà col Pdl, anche perché a lui , impresentabile, "non l’ha mai detto nessuno". Intanto per Dell'Utri piove sul bagnato e da Palermo non arrivano buone notizie. Il procuratore generale Luigi Patronaggio, a conclusione della sua requisitoria davanti alla Corte di appello di Palermo, ha chiesto la conferma della condanna a 7 anni di reclusione del senatore, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il magistrato ha sollecitato la conferma della pena che era stata già inflitta a Dell’Utri da un’altra sezione della Corte di appello il 29 giugno del 2010 con una sentenza poi annullata dalla Cassazione. Cosentino: "O Pdl o carcere" - Più dimesso, ma non meno determinato, Cosentino. Intervistato a Servizio Pubblico ha assicurato: "Continuerò a fare politica, ma solo col Pdl. Se il Pdl mi candida, mi candido". Se non andrà in Parlamento, rischierà il carcere: "Bene, andrò in carcere da innocente". La palla passa a Berlusconi, che non è affatto entusiasta all'idea di imbarcare candidati a rischio e teme di compromettere la vittoria, decisiva, al Sud.    

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