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Pieraffondando: fuga da CasiniIn 55 lo mollano per il Pdl

In Campania mezzo centinaio di amministratore scaricano il leader e Monti: sposano gli azzurri di Berlusconi. Nitto Palma: "Non c'è stato alcun mercato"
di Andrea Tempestini domenica 20 gennaio 2013

Pier Ferdinando Casini

2' di lettura

di Brunella Bolloli  In Campania al via la grande fuga: 55 amministratori centristi hanno detto bye bye a Casini (e Monti) e sono approdati al Pdl. Né dà notizia il coordinatore azzurro Francesco Nitto Palma, il quale ci tiene a sottolineare che «non c’è stato alcun mercato» e che non c’è «nessuna decisione su presenze in lista» dei transfughi, annunciando anche «altri arrivi» dalle fila dei casiniani. Tradotto: non è che questi 55 esponenti di Napoli e provincia, guidati dall’assessore Pietro Langella (che si è dimesso dall’incarico) hanno mollato il loro partito in cambio della promessa di una candidatura in Parlamento con i berluscones. Scelta di linea politica, più che di convenienza elettorale, assicurano. Langella spiega: «L’Udc ha trascurato il territorio nelle candidature e l’Agenda Monti per il Sud è inaccettabile». Basta tasse e rigore. E ancora: «L’Udc raccoglie i voti dei moderati e i risultati migliori li ottiene quando si allea con il Pdl, non con la sinistra. No a Mario Monti premier».   Certo, al Cavaliere lo shopping nella compagine degli ex alleati fa comodo, più che altro perché la Campania è una delle regioni chiave per portarsi a casa il Senato. I sondaggi dicono che al momento tra le due coalizioni (centrosinistra e centrodestra) ci sarebbero solo due punti di scarto a favore del Pd. E la scelta, ad esempio, di piazzare lo stesso Berlusconi capolista a Palazzo Madama (e l’ex ministro Mara Carfagna alla Camera) non è casuale. Sugli altri pidiellini illustri, come Nicola Cosentino o altri campani, che hanno però avuto problemi con la giustizia e sono inquisiti, Nitto Palma ha assicurato che «non c’è alcuna resa dei conti. C’è la commissione del partito che decide caso per caso». Perplessità su Cosentino è stata espressa dal governatore Stefano Caldoro, a cui indirettamente l’ex sottosegretario all’Economia ha risposto: «Le vicende giudiziarie facciamole decidere alla magistratura. Alla politica deve interessare solo come corrispondere ai bisogni dei cittadini. Se sarò candidato è un bene, altrimenti continuerò ad aiutare il Pdl anche da fuori».  Oltre a Langella salutano l’Udc altri 7 consiglieri, tra cui Luigi Soraniello e Massimo Filoia, lasciando il gruppo Udc a quota 5 rappresentanti. Folta anche la rappresentanza di politici in carica a Boscoreale (11 tra cui un ex sindaco ora consigliere e il presidente del consiglio comunale), 5 a Torre Annunziata, 6 a Trecase e a Terzigno (tra cui un assessore comunale). Due giorni fa, i consiglieri provinciali avevano inviato una lettera al segretario centrista, Lorenzo Cesa, per conoscenza a quello provinciale Carmine Mocerino, annunciando la fuoriuscita dall’Udc e la nascita di un Movimento popolare campano. Terremoto centrista anche in Calabria, con Francescoantonio Stillitani che lascia l’Udc e rimette le deleghe di assessore nelle mani del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. «Non me la sento di continuare a militare in questo partito, non condividendone più la logica gestionale che ritengo oggettivamente ingiusta». Stillitani precisa di non aderire a nessun altro partito, «ma rinnovo la mia piena fiducia a Scopelliti».  

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