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Silvio Berlusconi al Corriere: "La vera riforma è il presidenzialismo". Un trappolone per Renzi

di Giulio Bucchi domenica 4 maggio 2014

2' di lettura

Una lettera al Corriere della Sera per spiegare che "la vera riforma è quella del presidenzialismo". Silvio Berlusconi scrive al direttore Ferruccio de Bortoli e lancia una nuova campagna per ridisegnare l'assetto istituzionale italiano. Una mano tesa a Matteo Renzi e al Pd, anche se le insidie per il premier sono dietro l'angolo, perché il suo partito potrebbe non seguirlo. Il leader di Forza Italia non può rinunciare a sottolineare come, nel clima mediatico favorevole a Renzi, si stia facendo passare per "sabotatori delle riforme" proprio gli esponenti del centrodestra, che nel 2005 una riforma istituzionale l'avevano messa a punto. Peccato che "la solita propaganda irresponsabile" della sinistra, cavalcando un referendum, l'abbia "demonizzata" e fatta bocciare", salvo la tardiva autocritica di queste settimane. "Un presidente eletto dai cittadini" - Bisogna creare un Paese governabile, spiega Berlusconi nella lettera al Corsera. L'arrivo "in maniera non democratica" a Palazzo Chigi di Renzi ha convinto il Cavaliere ad allacciare comunque un dialogo. L'incontro del Nazareno dello scorso 18 gennaio "è stato politico, non tecnico. Un'apertura di credito reciproca, che per quanto ci riguarda sussiste ancora pienamente nonostante sia difficile collaborare con qualcuno che ti dice che comunque deciderà anche senza di te". Per far ripartire l'intesa bisogna rimettere in agenda temi al momento accantonati: "Sindaco d'Italia, premierato, presidenzialismo". E intanto le riforme sulle province, sulla legge elettorale, sul Senato ("importanti, ma di contorno") vengono "snaturate a seguito dei soliti ricatti incrociati di partiti e fazioni": le province "fintamente abolite, per essere sostituite con le città metropolitane e con risparmio irrisorio", il Senato "combinazione casuale di volontà periferiche" con 21 cittadini scelti "per decreto reale, cosa che né la Regina d'Inghilterra né il presidente degli Stati Uniti hanno il potere di fare". Renzi, è la sfida di Berlusconi, deve avere il coraggio di vincere le paure della sinistra, che preferisce un "presidenzialismo strisciante a un presidenzialimo costituzionale". Ecco perché "il presidente del Consiglio deve tirare fuori il grande convitato di pietra che è l'elezione diretta del Presidente della Repubblica". Senza questo passaggio, avverte l'ex premier, "l'intero progetto di riforme rischia di essere solo un castello di carte".

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