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Luigi Di Maio, il candidato horror: nelle liste del M5s l'uomo che insultò Berlusconi in tribunale

di Giulio Bucchi domenica 14 gennaio 2018
2' di lettura

Era il 5 maggio 2003, aula del Tribunale di Milano, processo Sme. Silvio Berlusconi stava uscendo. Si mise a gridargli «Buffone! Buffone! Fatti processare!». Quell' urlo, che fece il giro delle tv, trasformò Piero Ricca, fin lì un blogger tra i tanti, in un personaggio. Un Grillo ante-litteram. Professionista dell' insulto a fine politico. Non c' è da stupirsi, perciò, che ora il M5S decida di candidarlo. Correrà a Milano città, per un seggio in Senato. Del resto Piero Ricca è a tutti gli effetti un antesignano dei grillini. Quando il Movimento era soprattutto nelle strade, a fare manifestazioni e sit-in fuori da Palazzi. Lui di manifestazioni ne ha collezionate migliaia. Soprattutto negli anni in cui Berlusconi era al governo. Dove c' era un sit-in contro una legge ad personam, Ricca compariva. Dove c' era un corteo contro il Cavaliere, ecco apparire i suoi capelli neri e la sua barba. Per la contestazione al tribunale di Milano fu processato: nel febbraio 2005 venne condannato dal giudice di Pace a pagare 500 euro, ma la sentenza fu poi annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione. Nel novembre del 2006, poi, il giudice di pace di Milano definitivamente lo assolse. E non si è scontrato solo con Berlusconi. Celebre il suo diverbio con Emilio Fede al Circolo della Stampa di Milano o la contestazione solitaria a Giulio Andreotti nel giugno 2006 all' Università Bicocca di Milano. Ma il curriculum di Piero Ricca è ricco e inanella contestazioni nei confronti di decine di personaggi pubblici. Un altro suo bersaglio è stato Vittorio Sgarbi: secondo Piero Ricca non era opportuno che ricoprisse la carica di assessore al comune di Milano, essendo stato condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per truffa aggravata allo Stato. Grillo lo notò quasi subito e ne fece l' elogio: «Gente come Ricca fa paura, non perché sia un terrorista, ma per l' esatto contrario. Un cittadino informato che sputtana i potenti in pubblico è un cattivo esempio. Se la gente lo imitasse, in molti dovrebbero espatriare». Curiosamente, però, la sua militanza non si è mai incrociata seriamente con quella del M5S. Rapporti, sia chiaro, ce ne sono stati. Nell' aprile 2006 ha aperto un blog personale, collaborando anche con quello di Grillo. A marzo del 2007 creò "Qui Milano Libera", associazione culturale che organizza manifestazioni ed eventi, produce video e fa conferenze. Ma finora si era tenuto lontano dal Palazzo. Dal 4 marzo, forse, il salto. Più che un salto, è uno spostamento per restare, invece, quello di Aldo Di Biagio, unico eletto di Fli nel 2013. Era nella quota degli italiani eletti all' estero: circoscrizione Estero. Ora si candida con la lista centrista Civica Popolare, quella guidata da Beatrice Lorenzin e Pier Ferdinando Casini. Sempre all' estero, circoscrizione Europa. «Rimettere al centro le istanze del nostro Paese oltre confine, quelle dei nostri connazionali di recente e passata emigrazione», ha spiegato. Dalla destra alla sinistra, passando per il centro. di Elisa Calessi

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