Boom di contratti a tempo indeterminato con il Jobs Act, grande entusiasmo e bottiglie del vino buono stappate per quei 630.858 assunzioni in più tra gennaio e luglio rispetto allo stesso periodo. Due giorni di bagordi per Giuliano Poletti e i tecnici del ministero del Lavoro, prima di scoprire l'errore madornale spiattellato ai quattro venti: i numeri sono tutti sbagliati. L'aumento dei posti di lavoro a tempo indeterminato in realtà è di 327.758. Già il doppio era una cifra sotto le aspettative roboanti del governo sul Jobs act, figuriamoci i numeri dimezzati, ma corretti, pubblicati ieri. Cifre che non riguardano solo gli indeterminati, ma anche i contratti di collaborazione, apprendistato, tutti da rivedere al ribasso. Tensione - Il consiglio dei ministri di oggi avrebbe dovuto approvare gli ultimi quattro decreti delegati della riforma del lavoro, ma il pasticciaccio brutto di Poletti ha fatto rinviare a periodi più sereni. Nell'imbarazzo però c'è anche un colpo di fortuna per Renzi che può guadagnare tempo ed evitare ricatti dalla sinistra dem. In uno dei decreti da approvare è compresa la normale per la vigilanza delle telecamere sul posto di lavoro, da poter usare non solo per questioni di sicurezza, ma anche disciplinari. Quel dettaglio in commissione Lavoro alla Camera era stato bocciato dai parlamentari, il loro parere non è vincolante, ma ignorarlo potrebbe essere un azzardo. Altro decreto bloccato è quello sulla cassa integrazione portata da tre a due anni massimi, tranne che per le grandi aziende fino al 2017.