La scorsa settimana Berlusconi aveva lasciato l'incontro coi gruppi parlamentari azzurri a Montecitorio rinviando tutto al martedì della settimana successiva. L'assemblea aveva visto Forza Italia profondamente divisa nel sostegno alle riforme varate da Matteo Renzi e "santificate" mesi fa col Patto del nazareno. Erano volate accuse, insulti, urla. Meglio rinviare il voto. Berlusconi aveva lasciato intendere di vole aspettare come sarebbe andata la sentenza del processo Mediatrade al figlio Pier Silvio. Verdetto che è stato favorevole, col secondogenito del cavaliere (e il numero uno di Mediaset fedele Confalonieri) assolti giusto ieri dal tribunale di Milano. Ma ieri, un nuovo incontro coi gruppi di Forza Italia, non c'è poi stato. E il Cavaliere sembra orientato a slittare quel confronto alla fine di questa settimana, se non all'inizio della prossima. Ma secondo altre versioni, l'incontro e il voto sul sostegno alle riforme potrebbero non esserci proprio. Il Cavaliere, "incassata" l'assoluzione di Pier Silvio dall'accusa di frode fiscale e in vista della sentenza d'appello sul caso Ruby (18 luglio) potrebbe seguire l'esempio del premier Matteo Renzi e di fatto "ignorare" i frondisti del partito, contando in un compattamento al momento del voto in commissione e poi in Aula.