Prima ha fatto piazza pulita dei dissidenti all'interno della Commissione Affari Costituzionali. Ora, vuol procedere con le presidenze delle commissioni, anche lì per togliere di mezzo figure sgradite e favorire una nuova infornata di renziani. Un piano che, secondo quanto scrive l'huffingtonpost.it, Matteo renzi si appresta a portare a compimento il prossimo 7 maggio giorno in cui scadono i due anni dall'insediamento del Parlamento. Il rinnovo, che normalmente è un atto quasi burocratico, sarà una nuova tappa della “renzianizzazione” del Parlamento. Via tutti i presidenti considerati ostili, a partire da Boccia presidente della Commissione Bilancio. Rischia anche Guglielmo Epifani, alle attività produttive. Mentre Damiano viene considerato un dialogante. Perderanno il ruolo di presidente invece i forzisti Vito (alla Difesa), Capezzone (alle Finanze) e ovviamente alla cultura spetterà a uno della maggioranza il posto che fu di Galan. Al posto di Boccia, scrive ancora l'Huffington, potrebbe arrivare Pierpaolo Baretta, attualmente sottosegretario all’Economia. A quel punto ci sono tre caselle da riempire nel governo. Il posto di Baretta, quello lasciato libero al Mise da De Vincenti – appena nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio – e il ministro per il Affari regionali, nomina per cui è in pole Gabriele Albertini, di Area Popolare. Un bel pacchetto di poltrone assieme alle presidenze di commissione. E al ruolo di capogruppo su cui, al momento, l’intenzione è quella di confermare l’attuale vice-vicario di Speranza, Ettore Rosato, che qualche giorno fa ha firmato la lettera di sostituzione dei dieci dissidenti dalla Commissione Affari costituzionali.