A distanza di un anno il pasticcio kazako torna a preoccupare Angelino Alfano. Si parla del caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov che fu rispedita in fretta e furia nel suo paese d'origine, agli arresti, sostenendo che il suo passaporto fosse falso. Ma falso non era. Alfano, all'epoca e come oggi ministro dell'Interno, finì nel mirino per la gestione della vincenda, anche se non passò la mozione di sfiducia nei suoi confronti (in compenso caddero un bel po' di teste al Viminale). La magistratura - Oggi, come detto, il pasticcio kazako potrebbe riaprirsi. Per due motivi. Il primo. I grillini tornano alla carica contro il capo del Viminale, bollato come "Incapace. L'inefficienza e inadeguatezza dimostrate nella gestione dell'ordine pubblico in occasione della finale di Coppa Italia allungano la lista delle sue nefandezze a cui, da ultimo, si aggiunge la riapertura del caso Shalabayeva". Per inciso, il M5s ha deciso di presentare una nuova mozione di sfiducia nei confronti del leader di Ncd. E quando i pentastellati sul caso Shalabayeva dicono che potrebbe "riaprirsi", fanno riferimento ad alcune indiscrezioni riportate da Il Giornale: la procura di Perugia, infatti, sta monitorando la questione, e sta accendendo le luci su altri punti controversi della vicenda che già tante difficoltà ha creato ad Alfano. Nel dettaglio, la procura vuole fare chiarezza sul pasticcio dei passaporti, su un verbale lacunoso e su uno scambio di email passato in silenzio e del quale, ad oggi, non si sa di più. La vicenda - Il caso Shalabayeva esplose il 29 maggio 2013, quando la Digos fece irruzione nella casa romana della famiglia per cercare Mukhtar. Il dissidente però non si trovava nell'abitazione, così furono fermate la moglie e la figlia. La donna e la piccola vennero espulse dall'Italia il 31 maggio, con l'accusa infondata di avere un passaporto falso. Ne seguirono infuocate polemiche, Alfano declinò le responsabilità ("Non ero stato informato", disse) e il 19 luglio venne respinta in Senato la mozione di sfiducia nei suoi confronti. Ora, però, la procura di Perugia è pronta ad aprire un fascicolo sulle presunte irregolarità relative all'espulsione della Shalabayeva.