Claudio Scajola intercettato: "O mi candidate o sarà guerra"

di Andrea Tempestinidomenica 11 maggio 2014
Claudio Scajola intercettato: "O mi candidate o sarà guerra"
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Dopo l'assoluzione per la casa al Colosseo, l'odissea giudiziaria di Claudio Scajola si è arricchita con il capitolo più difficile da affrontare: l'arresto. L'ex ministro è accusato di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, ex parlamentare Pdl, che per sfuggire alle manette si era dato alla macchia tra Dubai e il Libano. Ieri, dunque, per ordine della procura di Reggio Calabria sono scattate le manette per Sciaboletta. Un arresto, a poco più di un mese dal voto, che assume anche delle sfumature politiche, così come ha destato parecchie perplessità il fatto che meno di dieci ore dopo l'arresto alcune foto dell'indagine sull'ex ministro sono finite sui siti internet. Il contesto - Scajola, è cosa nota, nelle ultime settimane era in lotta per un posto alle Europee. Un posto che, però, non è stato trovato, complici le resistenze delle "nuove leve" del partito, Giovanni Toti in testa, il quale aveva affermato che nonostante l'assoluzione la vicenda della casa al Colosseo poteva incidere negativamente. Una presa di posizione, quella di Toti, che suscitò la dura reazione di Sciaboletta, che definì il consigliere politico di Silvio Berlusconi "un infame". E' in questo contesto, dunque, che si è arrivati all'arresto di Scajola. Ma che c'entra la politica, che c'entra la poltrona alle Europee e la lotta in Forza Italia con la vicenda di Matacena? Nulla, semplicemente. Eppure, il fatto che l'operazione della procura di Reggio Calabria abbia un vago sapore politico, lo confermano anche le intercettazioni che, al solito, poche ore dopo il fermo hanno iniziato a riempire le pagine dei quotidiani. "Un casino indimenticabile" - E' sul Corriere della Sera che si dà conto di quanto affermava Scajola nei giorni roventi della battaglia per un posto in lista. Faccende che non hanno nulla da spartire con l'inchiesta, ma finite all'orecchio attento degli investigatori che ascoltavano le conversazioni dell'ex ministro. E così si scopre che il 2 aprile 2014, in piena bagarre elettorale, Scajola chiama la moglie e - scrivono gli investigatori - le racconta di "un incontro con Fedele Confalonieri e Gianni Letta, con i quali si è lamentato della situazione che si è sviluppata, e li ha minacciati che se non si risolve il problema fa scoppiare un casino indimenticabile. Dice che non ha bisogno di persone che lo raccomandano - proseguono gli inquirenti -, ha bisogno di sapere se lo rispettano, altrimenti è guerra aperta". Battaglia persa - L'ex ministro, due giorni dopo, continua a parlare del suo ruolo nel partito, e lo fa con Chiara Rizzo, la moglie di Matacena, che gli chiede un prestito, e dunque Scajola le spiega che "con la carica di europarlamentare lui potrà darle una grossa cifra per la copertura delle spese della casa". Inoltre, afferma che "in caso di mancata candidatura Forza Italia gli proporrà un incarico di prestigio e anche in questo caso l'incentivo economico sarebbe importante". Solo quattro giorni dopo, però, Scajola comprende che la sua battaglia per le Europee è persa, e sempre alla Rizzo confida, spiegano i brogliacci, "che è in attesa di sviluppi per la sua candidatura" e che "la situazione in Forza Italia è molto grave e Berlusconi, anche se è favore di una sua candidatura, viene bloccato dal suo attuale entourage". di Andrea Tempestini @antempestini