Il Pd accelera sulla legge elettorale, Ncd si adegua. E il premier Enrico Letta inizia a guardare il calendario con preoccupazione. La riforma approderà in Aula alla Camera il prossimo 27 gennaio, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. L'obiettivo, come dichiarato dal segretario dem Matteo Renzi, è quello di chiudere nel giro di poche settimane trovando un'intesa con le altre forze, di maggioranza e opposizione, su tre modelli: quello spagnolo con mini-liste in collegi molto piccoli (che piace a Silvio Berlusconi), il Mattarellum con l'introduzione di un premio di maggioranza oppure il doppio turno di coalizione sulla base della legge con cui vengono eletto i sindaci (il "sindaco d'Italia" gradito al Nuovo Centrodestra). Alfano: "Mi fido di Renzi" - "Legge elettorale, tagli a province e costi politica, jobs act, diritti. Sembrava impossibile, eppur si muove", gongola Renzi su Twitter. Angelino Alfano, che poche ore prima aveva ribadito la sua disponibilità a trovare un accordo, dribbla le malizie del Pd, che lo accusa di aver fatto melina nella speranza di tenere in vita il più a lungo possibile il governo. "Mi fido di Renzi, ha detto che non farà cadere il governo per andare a elezioni anticipate subito dopo aver fatto la riforma". "Legge elettorale, poi voto" - Tuttavia, come ogni precedente legislatura insegna, quando si mette mano alla legge elettorale è bene azionare il conto alla rovescia: le elezioni sono più vicine ogni giorno che passa. Lo sa bene anche Forza Italia, che non a caso per bocca del capogruppo alla Camera Renato Brunetta rilancia: "Governo di fatto in crisi. Letta deve dare le dimissioni. Si faccia la nuova legge elettorale e si vada a votare il 25 di maggio per le elezioni politiche assieme alle elezioni europee". Il sogno dell'election day con politiche, amministrative ed europee tanto caro al Cavaliere potrebbe diventare realtà: dipende tutto da quanta fretta al governo metterà Renzi, il miglior alleato di Silvio in questo momento.