Carcere, il governo non salva i 70enni dalla cella

Muro dell'esecutivo sulle nuove norme sul carcere preventivo: bocciate le presunte norme "salva-Silvio". E così Berlusconi rischia...
di Andrea Tempestinidomenica 12 gennaio 2014
Carcere, il governo non salva i 70enni dalla cella
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Il governo Letta blocca le presunte norme «salva Silvio» sul carcere agli over 70. L’esecutivo, infatti, ha dato parere contrario agli emendamenti presentati da Gianfranco Chiarelli, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio, al disegno di legge firmato dalla pd Donatella Ferranti sulle «modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali».  Il provvedimento da ieri è all’attenzione dell’Aula della Camera. L’esame, con relativo voto, proseguirà anche oggi. Ma è lo stesso Chiarelli, avvocato con 33 anni di professione alle spalle (e alla prima legislatura), a mettere le mani avanti: «La vedo nera per me. C’è il parere negativo del governo». Chiarelli, tuttavia, nega che tra le sue proposte di modifica al testo messo a punto da Ferranti - «un provvedimento che va migliorato , altrimenti è la solita occasione persa» - si nascondano interventi ad personam . «Quella della sinistra per le presunte norme pro Berlusconi è un’ossessione irrefrenabile», si difende.  «Sinistra ossessionata» Secondo l’«accusa», Chiarelli ha scritto gli emendamenti per rendere di fatto impossibile, anche a fronte dei reati più gravi come associazione mafiosa, prostituzione minorile e pornografia minorile, l’applicazione della custodia cautelare in carcere per chi ha più di settant’anni. «Ma quale norma ad personam», ribatte il deputato forzista, «per donne incinte, madri conviventi con figli di età non superiore ai sei anni e ultrasettantenni è già previsto il divieto di custodia cautelare in carcere. Nell’articolo 275, comma 4, del codice di procedura penale».  Chiarelli chiarisce i contorni della sua proposta: «Io punto solo a migliorare la norma». Specificando che le porte del carcere, per queste categorie, non si apriranno mai, «salvo che sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza». Il capogruppo forzista in commissione Giustizia, poi, respinge le accuse di voler rendere più difficile l’applicazione delle manette per chi si è macchiato di reati di mafia: «Tutto il contrario. Propongo l’estensione del 416bis a tutti i reati più gravi collegati, a partire dal concorso esterno». Insomma, attacca Chiarelli, «prima di accusarmi i miei critici dovrebbero almeno documentarsi». Parole ripetute, ieri sera, in Aula: «Prima di lanciare determinate affermazioni o di scrivere determinati articoli, ci si informi sui contenuti delle norme».  Battaglia in Aula Quanto all’utilità del provvedimento, il deputato forzista è scettico: «È destinato a incidere molto poco. Ci sarebbe tanto da fare e il testo Ferranti rappresenta un’occasione da sfruttare, ma come al solito si pensa solo a interventi tampone, come quello svuotacarceri». Se ne riparlerà da stamattina, quando gli emendamenti presentati da Chiarelli, con il parere negativo del governo, saranno messi in votazione. «Faremo ulteriori interventi», anticipa il deputato azzurro, secondo cui «la misura cautelare non è l’unico rimedio che possa consentire di fare giustizia». di Tommaso Montesano