L'ufficialità arriva in tarda mattinata. Dopo giorni di tentennamenti, con i falchi in assetto di guerra da una parte e l'esigenza sempre più forte dall'altra di svecchiare il partito, alla fine Silvio Berlusconi ha deciso. Tra i due litiganti, nessuno gode! Berlusconi rende noto che Forza Italia non avrà la figura di coordinatore unico. Una sconfitta per il superdirettore Mediaset che aveva chiesto pieni poteri decisionali per rimettere mano al partito. Una vittoria per la vecchia classe dirigente, un'altra dopo quella incassata con la scissione delle colombe. "Non c'è mai stata alcuna intenzione di procedere alla nomina di un Coordinatore Unico di Forza Italia, figura peraltro non prevista dallo Statuto del nostro Movimento". Silvio Berlusconi chiude così la questione che sta agitando il partito. "C'è invece l’intento di rilanciare Forza Italia, dotandoci di una nuova organizzazione e valorizzando - assicura l’ex premier - tutta la classe dirigente che in questi anni, e particolarmente negli ultimi mesi, ha dimostrato di saper condurre straordinarie battaglie politiche, affiancandomi nelle fasi più drammatiche della vita politico-istituzionale del Paese". "Non dobbiamo perciò avere timore - dice ancora Berlusconi - di aprire le porte del nostro Movimento alle risorse nuove che si affacciano, e che vogliono dare il loro contributo al nostro rilancio in un momento di grande trasformazione della politica italiana". "Le nostre vittorie del futuro, come quelle del passato, risiederanno - conclude - proprio nella capacità di Forza Italia di rimanere un movimento aperto, determinato a riportare il centrodestra al governo del Paese". L'organigramma - Secondo indiscrezioni l’organigramma è pronto, scritto apposta per scontentare pochi e lanciare una zattera ad Angelino Alfano e i suoi, convincerli a tornare indietro. Silvio Berlusconi ha trascorso la sua domenica lavorando, ha ricevuto big azzurri e pure alcuni dirigenti Fininvest. Dopo settimane di dibattito, il Cavaliere, come scrive Paolo Emilio Russo su Libero in edicola oggi, martedì 1 4 gennaio avrebbe scelto una struttura di comando «plurale» e snella, composta da sole dieci persone. Una specie di “segreteria” sul modello dei partiti del Novecento, esattamente come ce l’ha oggi il Pd. Tra di loro ci sarà il direttore del Tg4, cui l’ex premier vuole assegnare un ruolo da “vicario”, da numero due di Forza Italia. Potrebbe ricoprire il ruolo di “segretario” o, più semplicemente, essere il delegato alle comunicazioni con l’esterno. Certo, non vuole che ci siano dubbi sul fatto che il giornalista avrà l’ultima parola in caso di dubbi o contenziosi. La struttura di comando - Nella struttura di comando - che potrà essere convocata anche con scarso preavviso a differenza del vecchio Ufficio di presidenza - troveranno spazio i capigruppo e i loro vice, Raffaele Fitto e una piccola pattuglia di ex “lealisti”. Ci sarà anche Denis Verdini a rappresentare l’ala dei “falchi”. Ma l’indicazione di Toti ha anche lo scopo di riaprire il dialogo con Angelino Alfano e gli altri fuoriusciti verso il Nuovo centrodestra.