Governo Renzi, tutti gli incompetenti ministero per ministero

di Andrea Tempestinidomenica 2 marzo 2014
Governo Renzi, tutti gli incompetenti ministero per ministero
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Assomiglia moltissimo a un Letta-bis, il governo Renzi che dovrebbe trainarci fuori dal pantano. E' un esecutivo pieno di vecchie facce, zeppo di compromessi, che ancora una volta ci presenta un tecnico all'Economia (Padoan, mister patrimoniale). Un governo già nel mirino per presunti casi di conflitti d'interesse, richieste di dimissioni di personaggi discutibili (e intanto spunta già qualche indagato). Ma ad impressionare più di tutto, forse, è l'incompetenza di molti dei membri di questa squadra, un'incompetenza fotografata con efficacia su Il Fatto Quotidiano, che ministero per ministero elenca tutti i controsensi dell'esecutivo di Matteo Renzi, nato sotto una cattiva stella. Le "renzine" - Si parte dalla Riforme, dove troviamo la fedelissima di Matteo, Maria Elena Boschi, deputata da neanche un anno e alla guida di un dicastero fondamentale, soprattutto in questa fase politica, per meriti non meglio precisati. Al suo fianco, in veste di sottosegretario, ecco Ivan Scalfarotto, omosessuale dichiarato, inviso ad Ncd, che con le riforme non si capisce bene che cosa c'entri (la sua nomina appare più una questione di facciata). Quindi sguardo rivolto alla Semplificazione e P.A., dove è stata nominata ministro Marianna Madia, l'ex fedelissima di Veltroni, giovanissima e a poche settimane dal parto (come farà a fare il ministro?), ex collaboratrice di Enrico Letta. Quali le sue competenze in tema di semplificazione e Pubblica amministrazione? Difficile dirlo: per ora la ricordiamo soprattutto per aver confuso, lo scorso dicembre, il ministero del Lavoro con quello dello Sviluppo Economico... Antimafia... - Poi gli Affari Regionali, dove il ministro è l'ex sindaco antimafia Maria Carmela Lanzetta: un nome di tutto rispetto che però, con gli Affari regionali (lei, farmacista) c'entra poco e nulla. Come c'entra poco e nulla Gianclaudio Bressa, sottosegretario, che si è sempre occupato soltanto di Affari Costituzionali. Figurine - Fa discutere anche la nomina come sottosegretario agli Esteri di Benedetto della Vedova, ex Pdl, ex Monti e soprattutto economista, non certo diplomatico o qualcosa di simile. Quindi agli Interni, sempre in veste disottosegretari, ecco il riconfermato Filippo Bubbico (laureato in Architettura) e Gianpiero Bocci, 51 anni, che nella sua carriera parlamentare si è esclusivamente occupato di agricoltura. Uno dei capolavori, comunque, è stato compiuto alla Giustizia, dove è stato nominato ministro Andrea Orlando probabilmente perché, dopo il "no" di Napolitano a Gratteri non si sapeva chi mettere. Così è stata spostata una pedina: dall'Ambiente alla Giustizia. Al dicastero della Difesa ecco che come sottosegretario troviamo un commercialista: Gioacchino Alfano, di nome e di fatto (è di stretto rito "alfaniano"). Quindi due nomi discutibili allo Sviluppo, due sottosegretari: Simona Vicari, architetto di professione e amica di Renato Schifani, e quindi Antonello Giacomelli, franceschiniano di ferro, in Parlamento si è occupato prima di Difesa e poi di Finanza, ora gli spetteranno le comunicazioni. Ai Trasporti, al fianco di Maurizio Lupi, ecco che dopo 22 anni rispunta un socialista di governo: Riccardo Necini, nominato forse per la sua arcinota passione per il ciclismo. Tra i sottosegretari ecco un avvocato penalista (Umberto Del Basso De Caro) e un giornalista pubblicista (Antonio Gentile). Letterato agricolo - La rassegna degli incompetenti prosegue col laureato in lettere classiche che si occupa di Agricoltura (il ministro Andrea Olivero) e con il sottosegretario laureato in Giurisprudenza, poi giornalista ed ex presidente dell'Unione province italiane (Giuseppe Castiglione). All'Ambiente spunta Gianluca Galletti, spostato dall'Istruzione come se nulla fosse, ed ecco Silvia Velo, sottosegretaria farmacista; il terzetto viene poi chiuso da Barbara Degani, anche lei sottosegretario all'Ambiente dopo aver trattato sempre Affari Istituzionali ed Enti locali. Spettacolosi controsensi all'Istruzione, dove figura il sottosegretario Angela D'Onghia, imprenditrice nel settore della moda e dell'abbigliamento (ma che c'azzecca?, direbbe Tonino Di Pietro). Quindi Roberto Reggi, fedelissimo di Renzi ed ingegnere elettronico. Il romanziere - Infine mirino puntato sulla Cultura, dove è stato paracadutato dai Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, il democratico afflitto dalla malattia del compulsivo cambio della casacca (veltroniano, bersaniano, renziano...) nominato, forse, poiché romanziere per hobby. Al suo fianco la sottosegretaria Francesca Barracciu coinvolta in un mezzo scandalo su rimborsi elettorali e, infine, la mitologica Ilaria Borletti Buitoni, imprenditrice montiana che contribuì alla campagna elettorale del Professore tassatore con l'iperuranica cifra di 710.000 euro (insomma, per lei sempre meglio trovarla, una poltroncina...).