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Antonio Ingroia chiede soldi agli ex alleati

di Andrea Tempestini domenica 2 marzo 2014

2' di lettura

Dopo essere stato trombato alle elezioni e dalla magistratura, Antonio Ingroia bussa alla porta dei suoi ex alleati: cerca soldi. Succede, infatti, che la sua Rivoluzione Civile, oggi Azione civile, deve ancora saldare circa 200mila euro di fatture non pagate ai fornitori, spese realtive alla fallimentare campagna elettorale. C'è chi aspetta dei soldi, insomma, e li chiede ad Ingroia, le casse del cui movimento, però, sono vuote perché non essendo stato eletto non ha avuto diritto ad alcun rimbroso elettorale. "Ci vediamo in tribunale" - Ora l'ex pm-prezzemolino si vuole rifare sui suoi alleati. Chiede un conto salato, lo fa in tribunale con una causa Civile: vuole circa 900mila euro da Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani. Secondo quanto riporta Il Giornale, nel dettaglio chiede 100mila euro ai Verdi, 496mila euro al Pdci e 300mila euro a Rifondazione. Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero cadono dalle nuvole. Secondo Ingroia, tra i movimenti c'era un accordo iniziale preso dai tesorieri, che prevedeva un impegno complessivo di 2,2 milioni di euro per la copertura delle spese delle campagne elettorali per politiche e regionali. Rifondazione ha contribuito con 300mila euro, il Pdci con 4mila euro e i Verdi non hanno dato un soldo. Chi ha pagato, oltre a Rivoluzione Civile, ad oggi è solo l'Idv, più solido finanziariamente, e che ha sborsato 1 milione e 300 mila euro. Tonino trema... - Ora, dunque, Ingroia chiede aiuto agli ex colleghi magistrati per spillare soldi ai suoi ex alleati. I partiti chiamati in causa, per ora, replicano sostenendo che Rivoluzione Civile non esiste più e che non ha raggiunto gli obiettivi fondativi (eleggere qualcuno). Inoltre si sostiene che non ci sia alcun accordo nero su bianco in cui qualcuno si era impegnato a pagare Ingroia. In questo contesto, però, chi trema più di tutti è l'Idv: in caso di rivalsa dei fornitori in tribunale, ad oggi, è l'unico partito-movimento dell'ex cartello elettorale che ha liquidità e che, dunque, può pagare. Il partito dipietrista, insomma, potrebbe trovarsi costretto a coprire l'intero debito.

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