Dopo le nomine dei ministri, Matteo Renzi di fatto ha dato ai "rossi" del Pd le chiavi di via XX settembre. Il ministero del Tesoro di fatto nelle mani del dalemiano Padoan è una roccaforte comunista. Dal dicastero dell'Economia uscirà la ricetta economica del governo Renzi e a guardare bene con l'aumento della Tasi il governo punterà dritto sulle nostre tasche. La squadra rossa è stata rafforzata con l'arrivo di un nuovo viceministro (in pieno stile Fassina) che ha dalla sua una lunga militanza nel Pci: Enrico Morando. Come se non bastasse Renzi ha pensato bene di piazzare al Tesoro Pier Paolo Baretta, ex sindacalista Cisl in quota Cisl. Baretta sottosegretario anche con Letta nell'ultimo anno ha dovuto gestire la questione Imu e con risultati disastrosi. Al fianco di Padoan arriva pure Giovanni Legnini, un senatore del Pd che per Letta ha seguito l'editoria ed è stato anche il relatore di una legge di stabilità. Da via XX settembre sono rimasti fuori dunque tutti i fedelissimi di Renzi. Il guru Yoram Gutgeld e Filippo Taddei sono stati lasciati fuori anche dall'ultimo giro di nomine. Segno questo che il core del governo resta nelle mani della minoranza Pd con la regia occulta del Colle e di D'Alema. Matteo si occuperà del resto. Ma ai conti ci penserà Padoan con la sua squadra. Il ministro, non è un mistero è un fan della patrimoniale. Delrio aveva già annunciato prima del giuramento del governo che sarebbe arrivata una tassa sui Bot. Palazzo Chigi ha smentito, ma fonti di via XX settembre parlano già di un piano per tassare le rendite finanziarie. Insomma il governo Renzi dopo le parole si prepara ad incassare a spese nostre.