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Migranti, l'Europa si è sfufata dell'Italia: cosa ci chiede per fermarli

di Lucia Esposito domenica 20 dicembre 2015

2' di lettura

L’Italia deve fare di più per l’identificazione e la registrazione dei migranti in arrivo, ed arrivare anche a imporre con "l’uso della forza" la presa delle impronte digitali di chi sbarca. Sono le richieste della Commissione europea che domani presenterà il suo rapporto sul funzionamento degli "hotspot" per la registrazione dei richiedenti asilo e la gestione delle informazioni da parte dell’Italia. Il rapporto evidenzia diverse criticità, e sottolinea l’urgenza dell’apertura di nuovi centri, oltre a quello già operativo di Lampedusa. "Gli hotspot di Pozzallo e Porto Empedocle devono essere aperti senza indugio" e devono essere avviati i lavori per aprirne altri all’inizio del 2016. Inoltre, "le autorità italiane devono accelerare ulteriori sforzi, anche a livello legislativo, per fornire un quadro legale più solido allo svolgimento delle attività negli hotspot, e in particolare consentire l’uso della forza per prendere le impronte digitali". Si deve infatti arrivare al più presto a un tasso del 100% di impronte digitali registrate.  Inoltre, la Commissione europea chiede all'Italia di rendere operativi tutti i centri di registrazione dei migranti programmati (sei), di assicurare "un uso completo dell'esistente capacità di detenzione e di prendere in considerazione riforme delle norme esistenti sulla detenzione". L'Italia deve anche garantire "un rapido trasferimento dei migranti dalle aree di registrazione a strutture di accoglienza di seconda linea, oppure in strutture di detenzione" nel caso dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale e devono quindi essere rimpatriati. L'intervento del  Per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il dibattito sui flussi migratori verso l'Italia è rimasto talvolta ostaggio di visioni dogmatiche e non approfondite, che lo hanno ridotto ad un'alternativa fra chiusura totale e apertura incontrollata delle frontiere. Entrambi queste letture si basano su una rappresentazione errata della realtà". Non esistono, ha detto nell'incontro con il corpo diplomatico "barriere naturali o artificiali che possano isolarci da cioò che accade oltre i nostri confini", ha aggiunto, "l'Italia, lo sottolineano con orgoglio, ha posto tempestivamente la gravita' della questione all'attenzione dell'Europa e della comunità internazionale. Il nostro Paese continuerà a collaborare per la costruzione di condizioni di pace e di stabilità nell'area del Mediterraneo" perché "è inevitabile la necessità di un'azione europea impegnativa e di lungo periodo".

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