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Forza Italia, la svolta: "Il Patto del Nazareno è rotto"

di Andrea Tempestini domenica 8 febbraio 2015

2' di lettura

Fine dei giochi: il patto del Nazareno è rotto. L'intesa siglata tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi è giunta al capolinea. Il Patto è finito sul banco degli imputati nel corso del tesissimo ufficio di presidenza "ristretto" che si è tenuto a Palazzo Grazioli. I vertici di Forza Italia hanno duramente criticato le posizioni assunte da Renzi nel corso della corsa quirinalizia che ha portato all'elezione di Sergio Mattarella. Posizioni, quelle del premier, che hanno portato alla rottura: "E' stato Renzi a disattendere la parola data, ad assumere un metodo non corretto e a non rispettare il Patto". L'annuncio - Dunque, nel corso della riunione, è stato Giovanni Toti ad annunciare che "il Patto del Nazareno così come lo avevamo interpretato fino ad oggi noi lo riteniamo rotto". Una posizione che l'europarlamentare aveva già anticipato in un'intervista di poche ore prima a Maurizio Belpietro. "Il governo - ha aggiunto - ha già detto con grande chiarezza che proseguirà sul cammino delle riforme, ma noi non ci sentiamo legati a condividere la strada perché prevedeva un presupposto fondamentale, che era: sulle istituzioni si sceglie insieme e dunque anche sul capo dello Stato". "Meglio così" - La prima replica da parte del Pd è arrivata dalla vicesegretaria Debora Serracchiani, che in una nota ha scritto: "Se il patto del Nazareno è finito, meglio così". Nel vertice a Palazzo Grazioli, però, non si è parlato soltanto del Patto, ma anche - e soprattutto - del partito. Nel corso del tesissimo summit, Renato Brunetta e Paolo Romani hanno presentato le loro dimissioni, ma Silvio Berlusconi le ha respinte, riconfermando i vertici del partito (nonostante i durissimi attacchi di Raffaele Fitto). "Stima per Mattarella, ma..." -Nel dettaglio, un comunicato diffuso da Forza Italia al termine della riunione, spiega: "Denunciamo il metodo scelto dal Partito democratico per arrivare alla designazione del candidato Presidente". E ancora: "La stima e il rispetto, umano e politico, per la persona designata, non possono farci velo nel giudicare inaccettabili le modalità adottate nella trattativa tra le forze politiche dal partito di maggioranza relativa. Modalità che hanno sconfessato quel principio di condivisione delle scelte istituzionali, elemento fondante del patto sulle riforme da noi sempre onorato". Passo indietro - "La decisione di procedere unilateralmente - si legge ancora nel comunicato - all’indicazione della più alta carica dello Stato in un momento tanto delicato per le nostre istituzioni, interessate dal più vasto cambiamento dall’approvazione della Costituzione Repubblicana, costringe il nostro movimento politico a denunciare lo spirito e i presupposti degli accordi che hanno fin qui guidato il cammino delle  riforme approvate insieme al Partito Democratico e alle altre forze di maggioranza".

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