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Sondaggio Ipsos, cosa succede si si vota oggi: il Pd obbligato alle larghe intese con Forza Italia

di Giulio Bucchi domenica 26 ottobre 2014

2' di lettura

Se si votasse oggi, Silvio Berlusconi e Forza Italia sarebbero al governo. E' il clamoroso risultato fotografato dal sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, che prende in esame le proiezioni in caso di ritorno alle urne con questo sistema elettorale, ossia il Consultellum. In attesa che il tanto atteso Italicum venga approvato al Senato (ed è da vedere se sarà uguale a quello licenziato dopo tante fatiche alla Camera), infatti, partiti e segreterie devono fare i conti molto attentamente con la legge uscita dalla bocciatura del Porcellum alla Corte Costituzionale. E come detto il risultato è clamoroso.  Chi entra e chi resta fuori - Il Pd di Matteo Renzi quasi sicuramente non otterrebbe la maggioranza assoluta. Non solo: non riuscirebbe a governare nemmeno se Ncd o una (improbabile) sinistra unita superassero la soglia del 4% (difficile), quindi secondo l'istituto di Pagnoncelli il verdetto sarebbe scontato: di nuovo larghe intese, come accaduto nel 2013. Lo sbarramento del 4% verrebbe superato solo da quattro partiti: il Pd, dato al 39,4% (si prende in considerazione solo la Camera), il Movimento 5 Stelle al 20,4%, Forza Italia al 16,1% e la Lega Nord all'8 per cento. Esclusi da Montecitorio tutti gli altri: Ncd (3,7%), Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale (3,5%), Sel (3,2%), Udc (1,5%), Rifondazione (1%). Certo, gli esclusi potrebbero essere invogliati in questo scenario a unirsi in lista, incrementando la loro percentuale. Non varrebbe, come sempre, l'effetto somma: le liste di due o più partiti tolgono qualcosa al totale ma allo stesso tempo eliminano di qualche decimale quello degli altri partiti/liste. E dunque, se Ncd e Udc decidessero di correre insieme secondo il sondaggio Ipsos arriverebbero al 4,9%, mentre Sel, Lista Tsipras, Verdi e Rifondazione arriverebbero al 4,2 per cento. Come verrebbero distribuiti i seggi - Il problema di Renzi e del Pd è, dunque, di seggi. Arrivando al 39,4% prenderebbe alla Camera 296 seggi, uno in meno di quanti vinti (con il premio di maggioranza) da Bersani nel 2013 (con il 25,4%), ben lontano soprattutto dalla maggioranza richiesta di di 316 seggi. A colmare il gap non servirebbero, appunto, nemmeno Ncd-Udc (che insieme prenderebbero 35 seggi, togliendone però qualcuno al Pd, calato a 280, portando il totale a 315) o Sinistra unita (29 seggi, e Pd calato a 267).  A Renzi dunque servirebbe solo e soltanto Forza Italia, con i suoi 121 seggi, a fronte dei 60 della Lega e dei 153 del M5S. Questo spiega, forse, perché sul patto del Nazareno e la legge elettorale Berlusconi sta frenando, anche a fronte degli sprint di Renzi. Che se si votasse con il Consultellum per governare senza il Cav dovrebbe sfiorare la fantascienza: portare cioè il Pd al 44% sperando nell'alleanza di Alfano e Casini, oppure salire alla cifra-monstre del 49% per fare tutto da solo. 

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