Pd, D'Alema e Letta verso una poltrona in Europa

di Andrea Tempestinisabato 31 maggio 2014
Pd, D'Alema e Letta verso una poltrona in Europa
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I "dinosauri" del Pd, Matteo Renzi, li ha tenuti nascosti. Prima e dopo il voto. Anche durante i festeggiamenti per il mirabolante 40% ottenuto alle elezioni Europee. Non si sono visti né al Nazareno né in televisione, le varie Bindi, i D'Alema, i Veltroni, i Bersani (per quest'ultimo solo un tweet). Eppure il "vecchio Pd" esiste ancora. E quel "vecchio Pd", più che altro, si è fatto sentire sui media, con messaggi sibillini. Massimo D'Alema ha ricordato al premier che senza un partito alle spalle quel risultato se lo sarebbe dovuto scordare, tesi sposata in toto dalla Bindi (e da Veltroni). Quindi Pier Luigi Bersani, che dalle pagine del Corriere della Sera ricorda a Matteo che deve essere "umile". Baffino europeo - Una serie di segnali che Renzi pare aver colto. Già, perché dopo il trionfo al voto, come sempre, ci sono delle poltrone da spartire. Il Pd si è imposto come primo partito in termini di seggi all'interno del Pse, e ora può batter cassa. In ballo, per esempio, c'è la poltrona del nuovo Alto rappresentante per gli Affari esteri, il titolare della "Farnesina europea", un ruolo di assoluto rilievo soprattutto ora che il servizio diplomatico continentale sta prendendo piede. E per quel ruolo comincia a circolare un nome: proprio quello di D'Alema. Lui, al solito sornione, commenta: "Non esistono candidature, decide il presidente del Consiglio in base all'interesse del Paese. Renzi - aggiunge - ha la delega piena per capitalizzare il risultato elettorale e sceglierà le persone più adatte". Quota lettiana - Sistemato D'Alema, ecco che anche l'ex premier Enrico Letta, dopo il "killeraggio" dello scorso febbraio, potrebbe essere ripescato da Renzi: ha infatti buone possibilità di andare a Bruxelles per diventare commissario, magari alla Giustizia. C'è anche chi spinge per averlo come nuovo Olli Rehn, ossia sulla pesantissima poltrona di Affari economici e monetari, ma la strada pare più tortuosa. Di sicuro, il Pd di Renzi è al lavoro per trovare un "impiego" all'ex premier, per il quale è recentemente sfumata la candidatura alla segreteria della Nato. E una poltrona "lettiana" potrebbe essere trovata anche in Italia, ai vertici del Pd. Secondo il Corriere della Sera, infatti, schizzano le quotazioni di Paola De Micheli come presidente del Nazareno, ad occupare la poltronissima che fu di Rosy Bindi e Gianni Cuperlo. Segreterie e Pittella - Puro Manuale Cencelli, insomma. Un manuale al quale Renzi farà ricorso anche il prossimo 14 giugno, in occasione dell'assemblea nazionale del partito che ratificherà la scelta dei vicesegretari (Guerini e Serracchiani, renziani) ed eleggerà, appunto, il nuovo presidente. Ma non solo. In quell'occasione arriveranno anche i ritocchi alla segreteria, dove si troverà spazio per Nico Stumpo, Zoggia Leva, Matteo Orfini, Paris, Manciulli, D'Attore. Insomma si troverà spazio per tutte le anime del Pd che sostennero la "mozione Cuperlo". Infine un fugace ritorno in Europa, dove Gianni Pittella è in quota per la presidenza dell'Europarlamento. Proprio quel Pittella che alle ultime primarie del Pd si oppose a Renzi, candidandosi alla segreteria. Proprio quel Pittella che ha "soffiato" il record di preferenze nella Circoscrizione Italia meridionale alla renziana Pina Picierno...