Niente Amici? Nessun problema. La marcia elettoral-catodica di Matteo Renzi, dopo l'addio a Maria De Filippi, prosegue dagli studi di Bruno Vespa. Ospite di Porta a Porta il premier spazia dalla politica al calcio, dalle tasse alla Partita del cuore. Si parte dalle polemiche della mattinata sulla riforma del Senato. Renzi, nel corso dell'Assemblea del partito, era arrivato a ventilare le dimissioni. Il caso - pare - chiuso. Il premier cerca infatti di ricompattare il Pd e conferma il rinvio del voto sulla riforma di Palazzo Madama in prima lettura. "Siccome la polemica era che l'iniziativa era solo a fini elettorali, vi mostriamo che non è così, e arriviamo al 10 giugno per il voto in prima lettura, 15 giorni in più, nessuno si scandalizza". Eppure, l'uomo da Pontassieve, aggiunge: "Non resto attaccato a ogni costo. Non sono presidente del Consiglio perché ho vinto un concorso. Va bene il compromesso purché sia chiaro che alla fine non ci sia l'indennità". Il caso, insomma, non è chiuso. Il pin umano - Il "divin Matteo", poi, annuncia a Bruno Vespa i provvedimenti sulla Pubblica amministrazione. "Noi - premette - dobbiamo cambiare il rapporto tra cittadino e Pa. Oggi ci sono soggetti diversi che dettano regole diverse. Il nostro tentativo - spiega - è quello di puntare sulla identità digitale, diamo a tutti un Pin, una password per entrare nella pubblica amministrazione così da non fare più code per un certificato o per pagare una bolletta". Tutti schedati, insomma: a ogni cittadino, un numero. Tra le novità snocciolate dal presunto uomo della provvidenza, ecco anche norme che, assicura, "faranno discutere, dalla giustizia amministrativa alla licenziabilità dei dirigenti", un punto che dovrebbe essere tra quelli presentati nelle prossime ore. "Sono qui per fare le cose - assicura Matteo -. Se vogliono qualcuno che abbuia le cose, che le nasconde, deve trovarsi un altro". Silvio, Beppe e banane - Renzi risponde poi a Silvio Berlusconi, che lo ha apostrofato - proprio dal salottino di Vespa - come "simpatico tassatore". Renzi respinge l'accusa al mittente: "Gli ottanta euro non derivano dall'aumento dal 20 al 16 per cento sulle transazioni finanziarie". E ancora: "Ringrazio Berlusconi, non so se sono simpatico ma di sicuro non sono un tassatore". Dunque l'ex sindaco di Firenze replica anche a Beppe Grillo, e torna su quella Partita del cuore che dovrà saltare causa par-condicio, un tema che con tutta evidenza ancora fa rosicare, e molto, il premier: "C'è stata una polemica sterile. A parte il fatto che poteva giocare anche Grillo, ma non è che la gente vota per me perché mi vede giocare a pallone". Per Renzi, "chi pensa di utilizzare la politica per fare polemica sul volontariato deve andare a casa". Di pallone in pallone, lo show dell'ormai ex rottamatore arriva fino al calcio spagnolo, al caso della banana raccolta e mangiata in faccia ai razzisti dal balugrana Dani Alves: "E' accaduta una cosa che per chi segue il calcio è insopportabile - pontifica Renzi -. Con Prandelli, grazie a una idea di Filippo Sensi, abbiamo voluto fare la stessa cosa durante l'incontro con la nazionale di calcio a cinque che ha vinto l'Europeo", ossia sbucciare e addentare una banana, in favore di obiettivo della macchina fotografica.