A 48 ore al confronto decisivo nella direzione del partito Matteo Renzi affida a Sergio Chiamparino il compito di trovare un'intesa tra le diverse anime del Pd sull'articolo 18. Ieri, secondo il retroscena di Repubblica, è stato un susseguirsi di sms con il governatore del Piemonte: «Porta avanti quella mediazione», gli ha scritto il premier da Detroit, poche ore prima della visita alla Fiat-Chrysler. E ancora alle 0,51 della notte di giovedì: «Caro Sergio, così mi va bene». Reintegro obbligatorio - Renzi si riferisce alla strada tracciata da Chiamparino nell'intervista giovedì rilasciata a Repubblica: «Riscriviamo le leggi sul lavoro e sugli ammortizzatori sociali e definiamo un elenco di casi precisi, come ha proposto Cuperlo, nei quali il reintegro è obbligatorio. Casi che riguardano violazioni dei diritti civili e politici». In tutte le altre situazioni il licenziamento ingiusto deve essere valutato non da un giudice ma da un arbitro scelto da sindacati e imprese. L’arbitro deve solo stabilire l’entità del risarcimento da riconoscere al lavoratore. «In questi casi - ripete Chiamparino a Renzi nella conversazione notturna via sms - i magistrati non ci devono mettere becco». Sms pure con Orfini - Questa strada, spiega Paolo Griseri, eviterebbe di consegnare a Confindustria e agli imprenditori lo scalpo dell’articolo 18 e, nello stesso tempo, potrebbe ridurre i casi di intervento della magistratura ordinaria nel contenzioso tra aziende e lavoratori. Se questa fosse la proposta finale, sarebbe piuttosto difficile per gli imprenditori opporsi ad una legge che punisce le discriminazioni in base all’orientamento sessuale, alla religione, al colore della pelle o alle scelte sindacali dei dipendenti. Che la strada su cui sta muovendosi il premier sia quella di lasciare la tutela dell’articolo 18 solo ai casi di violazione dei diritti civili è confermato dal presidente del Pd, Matteo Orfini, che avuto scambi di sms con il premier nelle ultime ore: «Dobbiamo essere molto precisi nella scrittura della delega - dice Orfini - e salvare il criterio del reintegro obbligatorio nei casi di discriminazione».