Tra promesse e ventilati aumenti in busta paga, Matteo Renzi si sta giocando anche la sua partita elettorale in vista delle elezioni Europee. Partita che si gioca anche Silvio Berlusconi, nonostante i guai giudiziari che lo potrebbero costringere a una sostanziale eclissi. I dati, nei sondaggi, rinfrancano l'animo del Cavaliere: Forza Italia tiene, e potrebbe anche incassare più voti del Partito democratico. L'ex premier guarda con ansia all'appuntamento di metà maggio. Vuole fare il pieno. E così, quella che sembrava essere solo una voce, ora pare assumere i contorni di una quasi-certezza: Berlusconi si vuole candidare. Lo vuole fare per competere al meglio, col suo nome, da spendere in tutto e per tutto, senza limitarlo alla scritta "Forza Silvio", il marchio dei Club da lui tanto amati che potrebbe comparire nel logo. Toti e la conferma - A confermare l'ipotesi è stato anche il consigliere politico del Cav Giovanni Toti che è intervenuto su La Stampa e l'Unità. "Berlusconi - dice al La Stampa Toti - ha guidato Forza Italia in tutte le elezioni. Ritengo che lo farà anche questa volta". "Riterrei una grave lesione al diritto di rappresentare i moderati italiani - continua Toti - se Berlusconi non potrà candidarsi. Se qualcuno dovesse impedirlo si assumerebbe una grave responsabilità davanti a milioni di italiani". "Se non potesse - dice a l'Unità - sarebbe un altro vulnus alla democrazia". Qualche ora più avanti, lo stesso Toti scriverà su Twitter. Berlusconi in campo alle Europee.....quanta paura ragazzi!!— Giovanni Toti (@GiovanniToti) 14 Marzo 2014 La partita giudiziaria - Ai suoi, il Cavaliere spiega: "Non è possibile che io non possa candidarmi in Europa". Una circostanza che, però, non viene confermata dal suo entourage e da chi studia la pratica: infatti, secondo loro, sono scarse le possibilità che la richiesta venga accolta dagli uffici elettorali. Basse anche la possibilità di un esito positivo del ricorso al Tar. Silvio, però, non molla e con tutta probabilità presenterà la sua candidatura, anche se la legge Severino esclude la possibilità che l'ex premier, per sei anni, possa presentarsi a una competizione elettorale. Berlusconi non si arrende, anche perché, male che vada, potrà comunque montare un caso mediatico per la sua esclusione, proprio nei giorni in cui verrà deciso il suo destino giudiziario. Il 10 aprile, infatti, il Tribunale di sorveglianza deciderà sul suo destino: domiciliari o servizi sociali dopo la condanna Mediaset (i legali sono ottimisti sull'affidamento ai servizi). L'ex premier, nel frattempo, pensa anche a una seconda mossa a sorpresa: potrebbe andare di persona all'udienza del 10 aprile in cui le toghe decideranno la pena che dovrà scontare. Timori e sbarramenti - In un contesto complicato, c'è poi un terzo fattore che preoccupa il leader di Forza Italia. Si tratta della discussione in corso al Senato per modificare la legge elettorale per le Europee: gli azzurri sono contrari sia all'alternanza di genere nelle preferenze, sia - e soprattutto - sull'abbassamento dello sbarramento dal 4 al 3% (una circostanza che Matteo Renzi dà quasi per certa). Le preoccupazioni di Berlusconi sono legate al timore che l'abbassamento della soglia per le Europee possa essere un viatico per fare lo stesso con l'Italicum. In questo caso, e per una seconda volta dopo l'accoglimento dell'emendamento D'Attore che rende effettiva la riforma solo per Montecitorio, i patti non verrebbero rispettati. Non a caso, Maurizio Gasparri, ha già avvertito il governo: "Sia chiaro, per noi sarebbe inaccettabile, i patti non sono questi".