Senza Silvio le riforme non si fanno. Dopo l'apertura dei grillini e l'appuntamento fissato per l'incontro tra Renzi e i cinque Stelle, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi gela i grillini: "Diversi punti" della legge elettorale, "possono essere rimessi in discussione, ma - chiarisce la Boschi - a monte c'e' un impegno del Pd e un accordo gia' esistente tra le forze maggioranza e Forza Italia". L'intervento sulla riforma elettorale - "Noi - dice la Boschi - dobbiamo rispettare questo impegno, eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sarà una condivisione con le altre forze" che hanno sottoscritto l'accordo. Sarebbe improbabile mettere tutto in discussione proprio ora che, come dice Renzi, "siamo al rush finale e a un passo dalla chiusura della riforma". Sulle liste bloccate della legge elettorale possano essere cambiate, come previsto invece nel Democratellum, la Boschi risponde: "Sì, ma solo se è d'accordo Forza Italia". Non tutti i punti, ma "alcuni punti dell'Italicum possono essere messi in discussione ed eventualmente anche questo. Ma c'è a monte un impegno che il Pd ha preso, un accordo già esistente tra le forze di maggioranza e Forza Italia. Noi dobbiamo innanziutto rispettare quell'impegno". Insomma la Boschi precisa che il governo non nessuna intenzione di cambiare rotta e di abbandonare l'alleanza con Silvio Berlusconi sul campo delle riforme. I Cinque Stelle non hanno gradito la chiusura del ministro. Risposta dei cinque stelle - La risposta del M5s non tarda ad arrivare. Ad intervenire per primo è il capogruppo al Senato Maurizio Buccarella: "Non ci lasciamo scoraggiare - commenta - il nostro approccio rimarrà improntato sulla voglia di confronto". Poi puntualizza: "E' una legge così importante che non ci sembrerebbe saggio lasciare fuori dal dibattito quella che, lo ricordiamo, è la forza più votata alle ultime elezioni politiche". Anche Manlio Di Stefano si dice fiducioso: "Diamo a Renzi l'opportunità di uscire da quel ricatto di Berlusconi che lui stesso disse esserci quando affermò che non c'era alternativa. Noi gli diamo un'alternativa: chiarisca se preferisce continuare con lui o aprirsi ad un percorso nuovo". A gelare definitivamente le speranze grilline di entrare nel gioco delle riforme ci pensa Renzi: "Il Senato non sarà elettivo - dice Renzi ai suoi -. Infrastrutture, energia, commercio con l'estero, promozione turistica sono materie che passano dalle Regioni allo Stato, il Cnel viene abolito, le indennità dei consiglieri regionali diventano come quelle dei sindaci. Si tratta di un ottimo punto di arrivo".