CATEGORIE

Jobs Act, dal Cdm "sì" ai decreti attuativi: ecco cosa cambia

di Andrea Tempestini domenica 28 dicembre 2014

2' di lettura

Dopo una vigilia di fuoco e tre ore di lavoro, alle 15.45 del 24 dicembre si è concluso il Consiglio dei ministri che ha approvato il primo decreto attuativo del Jobs Act, la riforma del lavoro "made in Renzi". Il premier parla di "rivoluzione copernicana", ma il dato più importante che emerge è il fatto che resta il reintegro previsto dall'articolo 18 in caso di licenziamenti economici illegittimi. La linea di Angelino Alfano e di Ncd, che alla vigilia aveva minacciato lo strappo, ne esce dunque sconfitta. Nel decreto infatti non compare il cosiddetto opting-out, ossia la possibilità per il datore di lavoro di aggirare il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento ingiustificato versandogli un super-indennizzo. Tutte le misure varate dal Cdm Precari, Taranto, diritto: l'approfondimento Le parole del premier - Sul nuovo contratto a tutele crescenti, modifica dell'articolo 18 e nuovi indennizzi in caso di licenziamento illegittimo, Renzi ha spiegato che il pacchetto "varrà anche per partiti e sindacati". E ancora: "Il licenziamento collettivo avrà lo stesso regime del licenziamento individuale". Il premier ha poi smentito una della voci circolate negli ultimi giorni, spiegando che non è previsto il licenziamento per scarso rendimento: "Mettiamoci in testa che sarebbe stata una polemica solo di applicazione giurisprudenziale. Il datore di lavoro - ha aggiunto - può comunque intervenire per licenziamento economico". La rabbia degli alfaniani - A questo punto si attendono le mosse del Nuovo centrodestra, la cui linea sull'opting-out, come detto, è uscita sconfitta. Soltanto poche ore fa il ministro Maurizio Sacconi aveva insistito su un netto superamento dell'articolo 18, minacciando in caso contrario anche l'uscita dal governo. Su Twitter, infatti, aveva scritto: "Domani d-day della politica italiana. O via articolo 18 o via governo per crollo credibilità". E nel "d-day" annunciato da Sacconi l'articolo 18, nei fatti, non è stato cancellato. Una decisione maturata nel corso di un lungo e tesissimo Consiglio dei ministri. Una scelta, quella di Renzi - che se ne è preso l'intera responsabilità in conferenza stampa - che potrebbe minare la tenuta del suo esecutivo.

Occhio ai conti Corretto l'errore sull'Irpef: cosa cambia subito in busta

Via libera Unicredit, via libera condizionato dal Cdm per Ops su Bpm

Cosa succede ora Alessandra Todde, il governo dice no al ricorso sulla decadenza: cosa succede ora

tag

Corretto l'errore sull'Irpef: cosa cambia subito in busta

Unicredit, via libera condizionato dal Cdm per Ops su Bpm

Alessandra Todde, il governo dice no al ricorso sulla decadenza: cosa succede ora

Decreto Albania, "anche i migranti irregolari": dal Cdm uno schiaffo alle toghe

Mattarella, il monito sul lavoro fa partire l'assalto Pd al governo

Dal monito del Colle alla clava del Pd. Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella su morti sul lavoro ...

Donzelli contro la Boschi da Giletti: "Niente lezioni di democrazia da voi"

"Il problema sa qual è? Che la sinistra vuole strumentalizzare ogni anno il 25 aprile per cercare una superi...

Schlein, FdI avverte: "Ribaltare la realtà non ti aiuta"

"Meloni per tutto quel tempo ha scelto di fare spallucce e minimizzare per non entrare mai in contraddizione con il...

Il Primo maggio di Landini nel segno di Bergoglio

La locomotiva sindacale del concertone sindacale del 1° maggio non si ferma, neppure a poche ore dalla dipartita di ...
Antonio Castro