Matteo Renzi ha vinto la battaglia con Gianni Cuperlo, ma ora in Commissione Affari Costituzionali della Camera lo attende un vero e proprio Vietnam. Come anticipato da una sibillina Rosy Bindi, il percorso per l'approvazione della legge elettorale messa a punto con Silvio Berlusconi sarà lungo e accidentato. Un po' perché in commissione i renziani sono in minoranza, un po' perché le insidie si nascondono ovunque. Per esempio, la norma "salva Lega", osteggiata dal Pd e dai partiti piccolo ma "non territoriali", come il Carroccio, appunto. La norma è una "clausola di garanzia" per le "aggregazioni interregionali" ispirata a un comma del Porcellum: lo sbarramento del 5% per i partiti in coalizione avrebbe una deroga per quei movimenti in grado di superare il 10% in almeno tre regioni. Salvini: "Non abbiamo bisogno di aiuti" - Respingendola, il deputato dem Francesco Sanna ha irriso i colleghi leghisti col gesto del marameo: "La Padania non esiste". E così la commissione ha sospeso i lavori, rinviando la discussione alla seduta serale. "Avviso ai dis-informatori di professione - ha replicato il segretario della Lega Matteo Salvini -. La Lega non ha bisogno di aiutini o leggi elettorali fatte su misura: il consenso lo chiediamo ai cittadini, alla luce del sole, non con accordi o accordini salva-Lega".