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Renzi: "Sulle riforme decido io né la Ue né la Bce"

di Lucia Esposito domenica 10 agosto 2014

2' di lettura

Lo aveva già detto in un'intervista a La Stampa, lo ha ribadito con parole ancora più forti al Financial Times: l'Italia non prende ordini dall'Europa. Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di fare le riforme, "Ma come le faremo lo deciderò io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione Europea. Farò io stesso le riforme perché l’Italia non ha bisogno di altri che spieghino cosa fare". È molto deciso il premier Matteo Renzi nell’intervista rilasciata al Financial Times e a proposito del deficit dice: "Non supereremo il tetto del 3% speriamo di aver una crescita migliore nella seconda metà e chiudere con un deficit al 2,9%». Arrogante o coraggioso - Poi ha continuato: "Non sono una persona timorosa per natura, ma sarei felice se l’euro non fosse così forte rispetto al dollaro e se l’inflazione fosse un pò più alta. E' un premier determinato e ostinato, convinto di poter portare "l'Italia fuori dalla crisi. L'Italia ha un grande furturo  le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Faremo cose rivoluzionarie. Ho intenzione di consegnare questo Paese in ordine a chi verrà dopo di me. Il tempo dimostrerà se questa è arroganza o coraggio. Da parte mia non ho intenzione di indietreggiare e andrò avanti".  Più bravo di un dittatore - Non solo. Alla fine dell'intervista Renzi, dopo aver tessuto le sue lodi, dice:  "Not even dictators managed to get things done as fast as this", "nemmeno i dittatori riescono a fare le cose così in fretta...". Per non perdere il passo la prossima settimana, Renzi sarà a Roma, concentrato sul dl SbloccaItalia e sulla spending review, che dovranno essere pronti per fine mese. Poi il 13 andrà a Milano per un blitz nei cantieri dell'Expo, e poi il 14, a Palermo, Napoli e Reggio Calabria con al centro il tema dell'uso dei fondi europei, senza dimenticare i dossier Bagnoli, Finmeccanica, tribunali, scuole e cantieri idrici. E l'intenzione è di sottrarsi all'abbraccio soffocante di Bruxelles e Francoforte. Per questo il premier ha deciso di correre, perché, come ha spiegato agli scout riuniti a San Rossore, «se qualcuno afferma che la parola d'ordine è paura o timore, si sappia che la parola d'ordine è coraggio». E anche perché Renzi, che ha già avviato il conto alla rovescia per la sua autorottamazione, sa che essa sarà tanto più rapida quanto meno saranno risolti i problemi del Paese. Il voto anticipato resta sullo sfondo nelle chiacchiere di Transatlantico, soprattutto ora che il voto del Senato ha reso plastica la fragilità della maggioranza soprattutto per la presenza di dissidenti nel Pd. Ma Renzi smentisce seccamente: "personalmente mi converrebbe" però la battaglia da vincere non è quella dei renziani «è quella del Paese»

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