Forza Italia, il piano di Silvio Berlusconi per incastrare Matteo Renzi: "Dobbiamo prendere i senatori di Alfano"

di Giulio Bucchidomenica 10 agosto 2014
Forza Italia, il piano di Silvio Berlusconi per incastrare Matteo Renzi: "Dobbiamo prendere i senatori di Alfano"
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Il piano di Silvio Berlusconi è chiaro: "rubare" senatori ad Angelino Alfano e Ncd e mettere Matteo Renzi con le spalle al muro. L'obiettivo del leader di Forza Italia è far diventare, cioè, gli azzurri "essenziali" per la sopravvivenza stessa del governo. Altro che appoggio esterno e responsabile, come nel caso delle riforme: il Cav vuole poter decidere della vita e della morte di questo esecutivo, mettere le mani sulla spina e, se possibile, decidere se e quando staccarla. I numeri a Palazzo Madama - Progetto ardito, perché, come sottolinea Repubblica, per ora nel Nuovo centrodestra non sembrano in molti ad essere smaniosi di "tornare a casa". I senatori di Ncd sono 32, ma Alfano conta di arrivare a quota 50 accorpando i moderati in un nuovo gruppo parlamentare, che diventerebbe così il secondo più numeroso di Palazzo Madama (i grillini sono 40). A proposito delle mire berlusconiane, il coordinatore alfaniano Gaetano Quagliariello è sprezzante: "Nel nostro gruppo non si muove nulla, rispetto agli attuali 32 potremmo anche crescere ma non è quello che ci interessa. Se Berlusconi pensa di risolvere così i suoi problemi, vuol dire è rimasto all'età dei responsabili".  La sicurezza di Verdini - Il problema del Cav è che servono almeno 10 senatori di Ncd per rendere il gruppo di Forza Italia fondamentale per il premier Renzi. Che a sua volta, finora, non ha dato particolari segnali di apertura a un allargamento della maggioranza. Al contrario, ha continuato a ribadire che lui, con Berlusconi, non vuole governare. A quanto riferisce Repubblica, però, Berlusconi è ottimista. Da un lato proverà l'opera di convincimento sugli ex compagni di partito: "Dobbiamo prosciugare il gruppo di Alfano al Senato. Verdini mi dice che è possibile, sono spaccati al loro interno, è l'unico modo per mettere Renzi di fronte al fatto compiuto e costringerlo a collaborare". I punti di intesa con Renzi - Dall'altro, appunto, trovare i punti su cui collaborare con il governo. Chiuso (quasi) il capitolo delle riforme istituzionali, bisogna incedere sulla carne viva di fisco ed economia. Renato Brunetta ha invocato "riforme choc", chiedendo a Renzi di "fare propria l'agenda Berlusconi", mentre il consigliere politico ed eurodeputato azzurro Giovanni Toti ha ricordato la necessità di pensare "a famiglie e imprese allo stremo". L'intesa, difficile, tra Berlusconi e Renzi alla ripresa dell'attività politica potrebbe dunque arrivare su parole chiave come "fisco leggero" e "tagli alla spesa". Sulla riduzione dell'Irap il premier ha dato la sua parola, su quella della pressione fiscale è stato molto più cauto, visti i numeri drammatici sul Pil piovutigli addosso dall'Istat. E poi ci sono le ipotesi di delega fiscale, flat tax (aliquota unica con deduzioni diverse in base alle capacità del contribuente) e riforma del mercato del lavoro. Alfano ha promesso l'abolizione dell'articolo 18 per i neo-assunti, il ministro Marianna Madia ha replicato che non è nemmeno il caso di parlarne (e dividersi) perché sarebbe una misura più impopolare che utile. Non un buon punto di partenza.