Patto del Nazareno, la pazza idea nel vertice

di Lucia Espositodomenica 10 agosto 2014
Patto del Nazareno, la pazza idea nel vertice
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Sveglia all’alba. Barba e caffè. E poi di corsa a Palazzo Chigi. Dove Silvio Berlusconi è atteso da Matteo Renzi. Il premier, che è un noto mattiniero, ha dato appuntamento al leader di Forza Italia per le 8. E siamo al quarto faccia a faccia tra i due. Oramai c’è una certa consuetudine. Sul tavolo, di nuovo la legge elettorale. Renzi ha da sottoporre alla controparte le ultime limature all’Italicum che prevedono: l’introduzione delle preferenze; soglie più basse per andare incontro ai piccoli e una percentuale più alta per l’assegnazione del premier di maggioranza. Rimane l’opposizione forzista al ridurre la soglia di sbarramento per i partiti che corrono da soli, attualmente fissata all’8 per cento. Il che significa che il Nuovo centrodestra sarebbe costretto al ritorno all’olive: obbligato a coalizzarsi con Forza Italia per poter avere una propria rappresentanza parlamentare. Ma ci potrebbe anche essere una novità dell’ultima ora: il ritorno al Mattarellum. Perlomeno nella parte del vecchio sistema elettorale relativa ai collegi uninominali. Ieri Berlusconi ha riunito i fedelissimi a Palazzo Grazioli per un pranzo “preparatorio”. C’erano Denis Verdini e Gianni Letta, i due ambasciatori incaricati della trattativa con il premier. E anche Giovanni Toti, Niccolò Ghedini e Deborah Bergamini. La linea berlusconiana è un po’ variata nelle ultime ore, anche a seguito dell’incontro tra Renzi e Angelino Alfano. Silvio, nel confermarsi «interlocutore affidabile» dell’esecutivo, intende sedersi al tavolo per ascoltare la proposta renziana, «ma senza dare per scontato il sostegno di Forza Italia». Berlusconi si prenderà di tempo fino a settembre. Per valutare pro e contro del nuovo tentativo di mediazione del premier. E per fare decantare un po’ i mugugni del partito. Ma tutto è in movimento. E anche la lite sulle preferenze, su cui mezza Forza Italia è contraria, potrebbe essere superata da un nuovo lodo. I dubbi avanzati anche all’interno del Partito democratico, infatti, hanno imposto un surplus di riflessione al presidente del Consiglio. Varie anime dei dem - da Roberto Giachetti a Gianni Cuperlo fino alla prodiana Sandra Zampa - hanno sostenuto la tesi del ritorno al passato. Inducendo Renzi a percorrere una nuova strada. Il ripescaggio del Mattarellum. Che funzionava così: l’assegnazione di 475 seggi in altrettanti collegi uninominali, dove ogni coalizione aveva un unico candidato. Il resto dei seggi, invece, veniva attribuito con metodo proporzionale. Un sistema del genere avrebbe il pregio di risolvere il problema della rappresentanza, posto dalle liste bloccate, offrendo contestualmente seggi sicuri alle classe dirigenti. Un ulteriore ribaltamento del tavolo. A conferma che la trattativa sulla legge elettorale è cosa assai ardua. E quando Renzi crede di aver messo tutti d’accordo, le criticità emergono nel suo partito. Ma non è solo di regole di voto che intende parlare il Cavaliere oggi a Palazzo Chigi. Berlusconi ribadisce il sostegno al percorso riformatore che va concludendosi al Senato. Dove domani potrebbe presentarsi finalmente il premier, per intervenire prima delle dichiarazioni di voto finali. Silvio tiene anche aperta la porta al “soccorso azzurro”. L’ipotesi cioè che Forza Italia possa offrire i suoi voti in Parlamento nel caso se ne presenti la necessità in autunno. Con la crisi economica che morde, gli indicatori giù e la Troika che bussa alla porta dell’esecutivo. Tuttavia, resta inteso: «Forza Italia si rende disponibile a collaborare solo se il governo vira su ricette economiche liberali». Nuove tasse o nuovi appesantimenti della spesa pubblica, quelli no: «Se li voti da sola la sinistra». Rimane attuale l’ipotesi che la riunione “renzusconiana” debordi su altri altri. Come il nuovo corso del Quirinale o la riforma della giustizia. Per capire quanto ampio sarà l’orizzonte del faccia a faccia basterà guardare l’orologio all’inizio e alla fine del vertice. Salatore Dama