"Può anche darsi che Maria Elena Boschi abbia capito di aver fatto un errore con quel testo. E quindi si prepari a una marcia indietro e abbia chiesto la mia testa in commissione per diversivo". Corradino Mineo commentava così, mercoledì sera con Repubblica, la decisione del Pd di sostituirlo in Commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama per evitare intoppi sulla riforma del Senato. Sostituzione che il "dissidente" Mineo, contrario al testo presentato dal governo, ha accolto in diretta tv, senza aver avuto comunicazioni ufficiali dal partito. All'indomani è arrivata la reazione di parte dei senatori democratici: in 12 si sono schierati con lui, auto-sospendendosi dal Pd. Una bomba su Renzi e la sua marcia trionfale. Il giudizio di Mineo sul suo siluramento, naturalmente, è duro: "E' un autogol, un errore politico, bisognava sbloccare la commissione per portare avanti le riforme". "Ci si è irrigiditi sul testo del ministro Boschi. Se non l'avesse fatto avrebbe incassato l'appoggio dell'opposizione, dei parlamentari 5 Stelle e in particolare dei fuoriusciti grillini che hanno firmato i nostri emendamenti per il Senato elettivo. E avrebbe avuto il consenso anche di parte di Forza Italia". E invece, secondo le ultime indiscrezioni, l'accordo sulla riforma ci sarebbe, sì, ma con la Lega Nord, anche a costo di scontentare sia i critici del Pd sia l'ala dura di Forza Italia. "Il punto - conclude Mineo - è che non si può pensare di fare una riforma costituzionale 15 a 14, con un voto di scarto".