Via i ladri da Forza Italia, la rinascita moderata deve partire dalla pulizia

di Ignazio Stagnodomenica 15 giugno 2014
Via i ladri da Forza Italia, la rinascita moderata deve partire dalla pulizia
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Bisogna essere garantisti, certo. Bisogna distinguere i titoli dei giornali dalla verità delle carte. Bisogna fermare la macchina del fango che ogni giorno butta dentro al ventilatore nomi e veleni sempre più grandi. Bisogna proteggere chi ha fatto semplicemente il proprio dovere senza mai sgarrare nemmeno di una virgola. Bisogna salvare i civil servant, le persone oneste, quelli che non si sono mai arricchiti a suon di mazzette. Ci mancherebbe. Ma bisogna anche ricordarsi di essere inflessibili. E di cacciare i ladri a pedate nel sedere. Senza pietà. ORE CONFUSE Lo diciamo perché in queste ore confuse sul fronte delle indagini, dal Mose all’Expo, non bisogna perdere di vista nemmeno per un minuto il sacrosanto garantismo. Ma, con la stessa inflessibilità, non possiamo permettere che il sacrosanto garantismo diventi anche l’alibi per chi ha rubato. In queste settimane Libero si è molto impegnato per la ricostruzione del centrodestra. Ecco: forse sarebbe il caso di aggiungere che un nuovo centrodestra non può nascere se non fa una bella pulizia al proprio interno andando a scovare gli intrallazzatori, gli affaristi, quelli che hanno usato l’idea liberale e la buona fede di milioni di elettori berlusconiani per trarne vantaggi personali. Vanno individuati e cacciati, perché nessuna ricostruzione può partire con le fondamenta marce. È indubbio che in tutti questi anni Silvio Berlusconi abbia subito una persecuzione giudiziaria assurda e criminale. Ed è altrettanto indubbio che i suoi processi siano stati messi in piedi, in buona parte, per ragioni politiche, per toglierlo di mezzo, per eliminare l’unico in grado di aggregare la maggioranza di moderati di questo Paese. Perciò è stato necessario combattere una battaglia contro la giustizia ingiusta: l’ha fatto il centrodestra, l’ha fatto anche questo giornale. Ma ora dobbiamo essere chiari: se c'è qualcuno che si è nascosto dietro questa doverosa battaglia di civiltà, per rubare, per appropriarsi del denaro pubblico o per costruire carriere costellate di malaffare, non lo si può difendere. Non lo si deve difendere. Tutt’altro. Il garantismo non può essere il lasciapassare per i furfanti. Anzi, riteniamo ancora più grave se qualcuno ha pensato che l’attacco alla giustizia fosse uno scudo buono per proteggere le proprie malefatte. Sarebbe tremendo acquattarsi dietro al perseguitato Berlusconi, che sta pagando a caro prezzo la sua decisione di scendere in campo, sperando così di garantirsi una qualche immunità per le proprie tangenti. NESSUNA IMMUNITÀ Non esistono immunità per i corrotti. Il leader di Forza Italia fondò il partito, vent’anni fa, proprio per dare una speranza nuova in un Paese scosso da una classe politica distrutta dal mal governo e dalle ruberie. E sicuramente non sarà riuscito a realizzare tutto quello che sognava, sicuramente avrà incontrato mille difficoltà e avrà pure commesso errori: ma, una cosa è certa, con la politica non si è mai arricchito. Anzi. Ci ha solo rimesso. E dunque è ancor più inaccettabile che qualcuno usi la sua storia e la sua immagine per farsi gli affari suoi in modo criminale. Dunque: garantisti sì, ma fessi no. Bisogna distinguere le responsabilità, ma non si possono tollerare i ladri. Non si possono tollerare i tanti berlusconiani che, a differenza di Berlusconi, con la politica si sono arricchiti. Il Paese ha dato un’indicazione chiara: vuole il cambiamento, vuole facce nuove. E questo deve valere ancor più nel centrodestra, se davvero si desidera ricostruire dopo lo choc elettorale e non solo far ammuina: chi è stato tirato in ballo per nulla va difeso, ma quelli su cui si addensano ombre vanno messi di fronte alle loro responsabilità. Senza esitazione. Quando arriverà in Parlamento la richiesta d’arresto per Galan, per esempio, sarebbe bene che Forza Italia gli chiedesse un passo indietro: se uno, come ha raccontato ieri Franco Bechis su Libero, paga 150mila euro di mutuo l’anno e poi ne dichiara, con la moglie, appena 88mila di reddito (la metà), qualcosa non torna. Ed è bene chiarirlo e spiegarlo senza nascondersi dietro le barricate del partito. TROPPI SCANDALI Sono sicuro che Galan dimostrerà la propria innocenza. Così come la dimostreranno tanti altri dirigenti, anche a livello locale, coinvolti negli scandali. Ma nel frattempo, ecco, lasciassero spazio agli altri, ai tanti Andrea Romizi (neo sindaco di Perugia) che stanno nascosti sul territorio, ai tanti militanti onesti che in queste ore sono disgustati dalla corruzione dilagante che emerge dalle inchieste, lasciassero spazio a quelli che in questi anni si sono allontanati dal partito forse proprio perché non ne potevano più delle scorrerie dei ras locali. Dei ladri. Dei farabutti. Di quelli che pensavano di avere mano libera perché «tanto noi siamo garantisti». Ecco sì, è vero: noi siamo garantisti, lo siamo stati di fronte all’ingiustizia, lo saremo sempre. Ma non siamo pirla. Perché non è scritto da nessuna parte che per essere garantisti si debba essere presi per i fondelli da chi non ha mai creduto in altri valori, tranne che quelli che si è messo in tasca rubando. Alle nostre spalle. di Mario Giordano