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Cinque schiaffi a Matteo Renzi da Padova, Livorno e Potenza

di Giovanni Ruggiero domenica 15 giugno 2014

4' di lettura

Arrivano cinque scoppolone ai ballottaggi per il Partito democratico di Matteo Renzi da quelli che una volta erano bastioni della Sinistra. Livorno cade sotto i colpi dei grillini, dopo 70 anni di dominio comunista. A Perugia Andrea Romizi del centrodestra ha vinto con il 58,2% su Wladimiro Boccali fermo al 42%. A Potenza il centrodestra riconquista la città con Dario De Luca (Fratelli d'Italia) con oltre il 58%% delle preferenze. A Padova il leghista Massimo Bitonci festeggia la vittoria del centrodestra in assetto completo (ha avuto il 53,5% delle preferenze) Livorno - Un tempo roccaforte rossa, Livorno si è ritrovata per la prima volta in dubbio per la scelta del sindaco. I livornesi lo hanno sciolto scegliendo il candidato grillino Filippo Nogarin (53%), preferendolo al Pd Marco Ruggeri (47%). É stato un ballottaggio già storico di per sé quello livornese. Il centrosinistra al primo turno aveva raccolto il 39.9% dei consensi, contro il grillino Nogarin, fermatosi al 19,01%. Sempre meglio del frammentato centrodestra livornese. Già stentata l'affluenza al primo turno con il 69.82%, al secondo in tanti hanno scelto il mare andando a votare per il 50% degli aventi diritto. Perugia - Anche a Perugia il centrosinistra esce, a sorpresa, sconfitto. Andrea Romizi del centrodestra ha conquistato capoluogo umbro con il 58%, sconfiggendo Wladimiro Boccali del Pd. Un altro risultato clamoroso, visto Perugia è uno storico fortino della sinistra. Modena - A Modena il Partito Democratico ha dovuto a fare i conti con il candidato del Movimento cinque stelle nel turno di ballottaggio. Gian Carlo Muzzarelli è stato eletto sindaco contro il grillino Marco Bortolotti con il 63,1% delle preferenze contro il 36,9%i. Per un soffio il democratico Muzzarelli non era riuscito a chiudere la partita, ottenendo il 49,71% appoggiato da Pd, Sel, Centro democratico, Sel e il redivivo Pdci. Lo sfidante pentastellato Bortolotti, si era attestato sul 16,33% il 25 maggio. Escluso dal secondo turno non solo il candidato di centrodestra Giuseppe Pellacani, sostenuto da Fi, FdI e Udc, ma anche Carlo Giovanardi, candidato solitario per il Nuovo centrodestra che aveva tirato su il 3,96%. Giovanardi e la Lega hanno provato a creare un po' di scompiglio tra le fila grilline dichiarando il loro appoggio al candidato cinquestelle. Il timore dei "cittadini" era quello di un abbraccio mortale. Bergamo - Sperava di chiudere i giochi al primo colpo Giorgio Gori, ex spin doctor di Matteo Renzi e candidato sindaco a Bergamo, ma non è andato oltre il 45,48% con il sostegno di Pd, Sel, Idv e Psi. Ci è riuscito al secondo turno, vincendo con il 53,5%. Lo sfidante Franco Tentorio, sindaco uscente, aveva messo insieme la coalizione di centrodestra più larga possibile con FI, Lega Nord, FdI, Udc e Ncd. Al primo turno il centrodestra si era fermato al 42,17%. E' stata una campagna elettorale tribolata per il candidato di centrosinistra che si è dovuto difendere dai sospetti di evasione fiscale sull'Imu di casa sua e della moglie Cristina Parodi, giornalista Mediaset. Non ultima la gaffe della stessa Parodi, ripresa dalla telecamera di Repubblica, in dubbio fino all'ingresso nel seggio su come dovesse votare per il marito. Il 25 maggio è andato a votare il 75,88% degli elettori. Al secondo turno è andato nei seggi il 55,2% degli aventi diritto. Pavia - Sorpresa a Pavia, con il formattatore del centrodestra e sindaco uscente Alessandro Cattaneo in vantaggio al primo turno (46,68%) ma sconfitto ai ballottaggi dal candidato Pd Massimo Depaoli che dal 36,44% ha recuperato fino al 53,37%. Sin dal primo turno Cattaneo ha potuto contare sull'appoggio di tutti i partiti del centrodestra riuniti in un'unica coalizione. Più frammentato il centrosinistra, con Sel e liste civiche che hanno scelto la strada solitaria. Nel turno precedente è andato a votare il 76,08% degli elettori, il 55,71% per il secondo turno. Padova - A Padova il laboratorio del centrodestra ha vinto al ballottaggio. Il Pd è crollato nel turno di ballottaggio non andando oltre il 46,43% per Ivo Rossi, sindaco reggente uscente. Ha trionfato con il 53,57% il candidato del centrodestra  Massimo Bitonci (Lega Nord). Nella città veneta al primo turno aveva avuto la meglio il democratico Rossi, sostenuto anche da Sel. Il test si caricava di valore politico sia per l'erede di Zanonato, che ha scontato il disastro dello scandalo Mose nella vicina Venezia, sia per lo sfidante, appoggiato da una larga coalizione opposta al centrosinistra, con Forza Italia, Lega nord, Nuovo centrodestra e Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale tra i principali partiti alleati. L'affluenza al primo turno era stata del 74,92%, al ballottaggio il dato è stato del 60,01%. Bari - A Bari vantaggio schiacciante per il civatiano Antonio Decaro con il 65.4% dei voti contro il 34,6% dello sfidante Domenico Di Paola. Il divario tra gli i due sfidanti baresi dopo il primo turno era di 14 punti. Il civatiano (un po' renziano) Decaro aveva dovuto mettere da parte bandiere e bottiglie per i festeggiamenti, quando alla fine dello spoglio il tabellone si era fermato sul 49,38%. Alla tavola del centrosinistra, contro ogni scaramanzia, si sono raccolte 13 liste. Lo sfidante del centrodestra, il manager Di Paola, non era andato oltre il 35,76% dei voti, sostenuto dal centrodestra al completo, dai forzisti di Raffaele Fitto al Nuovo centrodestra, passando per il movimento Schittulli dell'oncologo Francesco, presidente uscente della provincia di Bari e potenziale secondo candidato per il centrodestra, poi sfumato. Mentre al primo turno è andato a votare il 74,08%, al secondo in tantissimi hanno approfittato della bella giornata di sole per affollare le spiagge: l'affluenza record - in negativo - è stata del 36,1 per cento.

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