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Legge elettorale, il governo Gentiloni rischia di cadere: mance nella legge di bilancio?

di Zaccardi Michele domenica 15 ottobre 2017

2' di lettura

Superata la prova della fiducia alla Camera sulle prime due votazioni riguardanti la legge elettorale, rimane l'insidia al Senato dove, probabilmente, il Rosatellum bis approderà mercoledì o giovedì prossimi. Lì si voterà a scrutinio segreto senza l'ombrello della fiducia. E potrebbe accadere di tutto. Il voto anonimo presta sempre il fianco ai franchi tiratori, che potrebbero affossare la riforma elettorale. Inoltre i tempi sono strettissimi: il 24 ottobre inizierà la sessione di Bilancio e Renzi ha premuto sull'acceleratore perché l'iter della legge elettorale si concluda prima del 5 novembre, giorno delle elezioni siciliane. Quel voto potrebbe essere la Waterloo del Pd, impedendo qualsiasi riapertura della discussione sulla legge elettorale. In quella eventualità, Gentiloni si troverebbe costretto a predisporre per decreto l'armonizzazione del sistema uscito dalla scure della Corte Costituzionale. Decreto che andrebbe convertito in legge entro 60 giorni, proprio durante l'esame della legge di Stabilità. Un ingorgo parlamentare che, come sottolinea Il Giornale, potrebbe aprire la strada a baratti sugli emendamenti da inserire nella legge di bilancio che, da sempre, subisce un vero e proprio assalto alla diligenza. Dunque soldi in cambio dell'approvazione del testo di armonizzazione dei sistemi elettorali. Ma c'è un'altro scenario che potrebbe aprirsi molto prima: il Governo potrebbe andare sotto nel voto di fiducia, l'ultimo previsto, di oggi al Senato. Gentiloni sarebbe costretto a rassegnare le dimissioni, rimanendo a Palazzo Chigi solo per l'ordinaria amministrazione. Al tempo stesso, da premier dimissionario dovrebbe varare la legge di Stabilità e avanzare un provvedimento di "necessità e urgenza" sulla materia elettorale. Una circostanza inedita. L'alternativa sarebbe un'armonizzazione soft tra Porcellum e Consultellum, realizzata con decreti attuativi e circolari ministeriali. E un esito elettorale, forse, ancora più incerto di quello che garantirebbe il Rosatellum.

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