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Golpe finanziario, il terrore dentro il M5s: "Qui finisce come nel 2011", quand'è scattato il panico

di Giulio Bucchi domenica 2 settembre 2018

2' di lettura

"Ci stanno facendo la guerra alle spalle". Quando lo spread venerdì tocca quota 290 punti, tra gli esponenti del Movimento 5 Stelle si sparge una voce terrorizzata. "Anche Fitch con il suo giudizio sul rating - è lo sfogo raccolto dalla Stampa -, ci stanno valutando senza ancora sapere nulla su ciò che faremo, basandosi solo sulle parole". L'incubo è quello del 2011, quando il "golpe finanziario" portò alla caduta del governo di Silvio Berlusconi e all'arrivo di Mario Monti e dei tecnici, una sorta di troika mascherata. "Si respira quell'aria", sarebbe la confidenza con i colleghi del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che per primo aveva lanciato l'allarme in una intervista-bomba su Libero, all'inizio di agosto. Leggi anche: Fitch, la prima pugnalata all'Italia. Rating stabile, ma previsioni... A preoccupare i grillini però non è tanto il braccio di ferro con l'Unione europea sulla manovra, ma le speculazioni finanziarie per certi versi indipendenti dalla questione: "Se per assurdo il commissario europeo Pierre Moscovici dovesse concederci il 5% di deficit, i mercati comunque non si placherebbero. Il problema della sostenibilità del nostro debito rimarrebbe". Per questo, contro febbre da spread e fuga degli investitori, il governo ha tentato la tripla mossa spregiudicata: garantirsi il sostegno degli Usa (Giuseppe Conte da Donald Trump), della Cina (il viaggio del ministro dell'Economia Giovanni Tria) e della Bce (la visita del titolare degli Affari Ue Paolo Savona dal presidente Mario Draghi). Giganti che non devono per forza "aprire il portafogli. Ai mercati basta che loro aprano la bocca e dicano parole di fiducia nei confronti dell' Italia. Stiamo lavorando su questo". Sta per grandinare: cercasi scudo disperatamente.

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