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Sondaggisti, i 2 milioni di elettori Pd indecisi possono cambiare il voto del 4 marzo: ecco come

di Andrea Tempestini domenica 4 marzo 2018

2' di lettura

Poche ore al voto, a quel 4 marzo che disegnerà il nuovo Parlamento e potrebbe restituirci un'Italia ingovernabile. E in queste ultime ore, i partiti si concentrano sull'enorme fetta di incerti ed indecisi, mai tanti come in queste elezioni, che potrebbero cambiare il destino di questo voto. In particolare, secondo i sondaggisti - citati da La Stampa - "nel mercato elettorale circolano circa 2 milioni di elettori che nel passato avevano votato Pd che andranno sicuramente a votare, ma che non sanno ancora per chi". Leggi anche: Ghisleri tombale: "Cosa accadrà una settimana dopo il voto" Due milioni di voti sono tanta roba, un bacino elettorale in grado davvero di cambiare le sorti del voto. Ovvio che il primo impegnato a recuperare quei voti sarà Matteo Renzi, per ovvie ragioni. Ma la concorrenza, sottolinea il quotidiano torinese, è agguerrita: quei voti fanno gola anche a Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio. Non a caso, il Cavaliere a Radio 102.5 ha dichiarato: "Io sono uno dei tanti italiani che per un periodo ha creduto in Renzi, pensando che rappresentasse una ventata di novità. Invece ha dimostrato di non voler rispettare nessun patto, faceva cose diverse da quelle concordate e la collaborazione è finita male. Il Pd è un apparato per la gestione del potere". Parole con cui, di fatto, sembra proprio rivolgersi ai renziani pentiti. Poi ci sono Di Maio e i Cinque Stelle, i quali stando ai flussi elettorali starebbero crescendo proprio tra gli ex elettori di centrosinistra. E infatti il candidato premier ha azzannato: "Il voto per il Pd è sprecato, Renzi è sotto al 20 per cento. Ormai siamo al testa a testa tra noi e il centrodestra diviso su tutto". E quel testa a testa riguarda anche la caccia agli indecisi. In passato, il bacino degli incerti tendeva a dividersi in modo equo e prevedibile tra i diversi partiti. Ma ora, nota Roberto Weber di Ixè, qualcosa è cambiato: "Mentre tra gli elettori di centrodestra e quelli dei Cinque Stelle sono alte le percentuali di coloro che sono intenzionati a confermare il proprio voto, nel Pd quella percentuale si abbassa ed è quasi doppia, per esempio, rispetto a quelli di centrodestra. Un potenziale serbatoio per altri partiti o un segno di profondo disorientamento, destinato a finire nell'astensionismo?". Una domanda, per ora, senza risposta. La risposta arriverà quando si apriranno le urne. Quando gli indecisi avranno votato, magari indirizzando in modo decisivo la tornata elettorale.

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