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Berlusconi cambia tutto: ecco gli uomini al comando

Mastro Silvio: visto da Benny

Andrea Tempestini
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La rivoluzione di Silvio Berlusconi è anche territoriale. Non ha dubbi, il Cav: "Dobbiamo svicolare Forza Italia dalla politica dei palazzi romani", dice ai suoi. E ancora: "La rinascita del movimento dovrà essere agganciata all'ala produttiva del Paese". Fari puntati anche su Expo, da considerare come "un'opportunità politica che nessun nostro avversario ha ancora raccolto. Noi dovremo essere i primi a farlo, prima che si muova Renzi". Vento del nord - L'ex premier, insomma, scommette tutto sul nord. Una sorta di rivoluzione 2.0 che inizierà con l'anno nuovo. Il primo, e importante, appuntamento è fissato per il 26 gennaio, la convention nazionale di Forza Italia. Un appuntamento che si sarebbe dovuto svolgere a Roma, ma che invece potrebbe tenersi in Lombardia. Milano capitale, insomma: la capitale delle strategie politiche del Cavaliere. "D'altronde - spiega il leader ai suoi -  quelli che danno le carte sono tutti fuori da Roma. Se Renzi passa la gran parte del tempo a Firenze e Grillo non si muove da Genova, se tutti insomma stanno lontani dalla capitale, un motivo ci sarà...". Cuore e strategia - Questioni di cuore. Questione di origini. Ma anche strategia. Berlusconi, un ventennio dopo la discesa in campo, punta sul ritorno alle origini, sul ritorno al nord. Molte le analogie con il 1994 e il 1998, quando celebrò il congresso di Forza Italia ad Assago, alle porte di Milano. Il vento del nord ringalluzzisce gli azzurri, ma porta con sè anche molte facce nuove. Saranno infatti significative, come spiega il Corriere della Sera, le ripercussioni sul nuovo gruppo dirigente: molti volti nuovi avranno un solido ancoraggio milanese o brianzolo. Volti nuovi - E così, tra i nomi nuovi del Cav, ecco Andrea Mandelli, classe 1962, senatore ed ex candidato sindaco a Monza. Poi Vincenzo Gibino, presidente dei revisori dei conti di Federcasa. Loro due, al pari di Simone Furlan, leader dell'Esercito di Silvio, potrebbero entrare nel cosiddetto esecutivo ristretto, un organismo che nelle nuove gerarchie di forza italia starà sotto il presidente e i tre vicepresidenti coordinatori (Toti, Tajani e una donna da individuare). Chi sale, chi scende - Giovanni Toti, il direttore di Tg4 e Studio Aperto, dal Cav è sempre più visto come una sorta di "numero uno bis" del movimento. E nella nuova Forza Italia, in attesa del definitivo organigramma, salgono le quotazioni anche del terzetto di donne: Michela Vittoria Brambilla, Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini. Chi viene dato invece in calo nel borsino è Paolo Romani, che insieme a Renato Brunetta gode di poca popolarità tra gli azzurri, per quanto resti immutata la stima del leader. 

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