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Berlusconi, il piano per candidarsi nel 2015

Mastro Silvio: visto da Benny

Andrea Tempestini
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Si parte da un presupposto: a Matteo Renzi, la legge di stabilità del governo Letta, non piace per nulla. "Se dovessi dire quello che penso...meglio lasciar stare". Ci sono margini per forzare, per inserirsi nel malumore del leader del Pd. Soprattutto se anche sulla legge elettorale, tra Renzi e Letta (e Alfano), come sembra, l'accordo restasse un miraggio. E in questi margini per forzare, è cosa nota, si vuole inserire Silvio Berlusconi. Le trattative tra il Cav e Matteo sono iniziate. Il pantano - Il governo, via Quagliariello, fa sapere che ritiene che su come superare il Porcellum si debba allargare il consenso a tutti, anche alle forza di opposizione. "Nessuno - spiega il ministro - vuole restare al di qua delle colonne d'Ercole della maggioranza. Ma il problema non è il punto di arrivo, bensì il punto di partenza". Una tesi che però non convince affatto Renzi, convinto che questa impostazione porti al pantano, a "ingessare il dialogo" con Forza Italia e il Movimento 5 Stelle. "Sarebbe come dividere i partiti tra Serie A e Serie B, ed è chiaro che gli ultimi non ci starebbero", spiega. L'intesa - In questo contesto, lo si ripete da più parti, l'unico vero accordo, Renzi, lo potrebbe trovare con Berlusconi. Lo si capirà a gennaio, dopo le motivazioni della Corte Costituzionale sulla bocciatura del Porcellum. L'intesa è possibile, e indirettamente lo conferma il ministro Mauro, che tenta di scongiurare lo spauracchio: "Se Renzi vuole rilegittimare Berlusconi, è un rischio che si assume. Magari farà lo stesso errore commesso da Veltroni, che poi infatti perse". Frasi, quelle del titolare della Difesa, da cui traspare il timore che il segretario del Pd, con l'intesa con Berlusconi, mini la possibilità di una ricomposizione tra Forza Italia e Ncd (l'intesa sul Mattarellum o il "Matteum", infatti, potrebbe tagliare fuori il partito di Alfano). La contropartita - Intesa sì possibile, ma a un prezzo. Berlusconi è pronto ad accettare il patto col Pd (di Renzi) a patto che come dono riceva la caduta del governo Letta per tornare al voto subito e giocarsela, pur senza candidarsi: i sondaggi, infatti, oggi danno centrodestra e centrosinistra in sostanziale pareggio (l'effetto-Renzi, in termini di consensi per il Pd, ancora non si è visto). Ma il Cav ha anche un piano B. Se l'accordo con Renzi sulla riforma elettorale non prevedesse il crollo di quelle che furono le larghe intese, il Cav si ritirerebbe: perché dare a Matteo, in vista delle Europee, il merito di aver superato il Porcellum senza ricevere nulla in cambio? Il piano b - Così, in questo secondo caso, l'ex premier mirerebbe ad arrivare al 2015. Arrivare al 2015, per Berlusconi, potrebbe essere un vantaggio. In primis perché Renzi, primo competitor politico, si troverebbe di fatto a sostenere un governo impopolare per un altro anno, con una probabile perdita di consensi. Inoltre, e soprattutto, sarebbe un vantaggio perché resterebbe in corsa per la sfida per Palazzo Chigi: l'affidamento ai serivizi, nel 2015, sarà terminato, e inoltre sarebbe in attesa di conoscere l'esito del ricorso a Strasburgo per la sentenza Mediaset. L'avvocato Coppi ha detto di nutrire "grande fiducia" sulla nuova pronuncia. E Berlusconi, forse, nel 2015, potrebbe candidarsi ancora.

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