Berlusconi verso la candidatura in un Paese estero
Il giorno dopo la decadenza è il giorno della "decompressione". Silvio Berlusconi ormai ex senatore, rincuorato dagli affetti dei figli, ristorato da qualche ora di sonno (dopo notti insonni), è apparso a chi l'ha sentito ancora più combattivo e lui stesso avrebbe ammesso: "Mi sento un leone". Lo scrive in un retroscena il Corriere della Sera che adombra anche una possibilità che il Cav starebbe accarezzando. Silvio guarda all'Europa. E alla possibilità di una candidatura nelle liste di qualche partito amico in uno dei Paesi che andranno al voto. L'incandidabilità che lo ha colpito in virtù della legge Severino non è in vigore in tutti i Paesi e così potrebbe candidarsi in liste che sono quasi ovunque bloccate e potrebbe essere facilmente eletto. L'escamotage - In questo modo potrebbe tornare ad avere lo scudo parlamentare che gli può garantire protezione dall'arresto e dalle perquisizioni. Perché adesso la sua più grande preoccupazione è un attacco della giustizia. Ci sono "pendenze" a Milano, a Napoli e a Bari e lui teme che all'alba le forze dell'ordine possano fare irruzione nella sua casa: "Già me li vedo che rovesciano tutto violando la mia vita e la mia privacy". Per questo adesso cerca di percorrere la strada della candidabilità in una lista europea in un Paese privo di norme anti-corruzione simili alla legge Severino. Il cavillo - A complicare i piani di candidatura all'estero del Cav si mette una raccomandazione comunitaria (approvata in commissione lo scorso ottobre) che predispone l'incandidabilità e l'ineleggibilità dei condannati al Parlamento europeo. Il documento non ha valenza legislativa, ma invita gli stati membri ad escludere dalla competizione elettorale i condannati in via definitiva per reati relativi alla criminalità organizzata e riciclaggio, corruzione e reati gravi di natura economica e finanziaria.