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La proposta di Grillo: gli italiani in baracche senza elettricità

Il modello di città del M5s? Le favelas brasiliane. Tutto in nome dell'ecologismo

Roberto Procaccini
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Un'Italia popolata da persone che vivono in baracche senza allaccio alla rete energetica. Ma con tanto gusto per l'ecologia. E' questo il modello di Paese al quale lavora Beppe Grillo, a giudicare dall'ultimo post sul suo blog. Il leader del Movimento 5 stelle recupera la vicenda di un meccanico brasiliano che vive nelle favelas di Uberaba, in Brasile. Il giovane, per risolvere i problemi di illuminazione del suo casotto senza finestre, nel 2002 ha avuto un bel colpo di ingegno: ha forato il tetto e vi ha sigillato una bottiglia di plastica piena di acqua e candeggina. Sfruttando la rifrazione della luce nei liquidi, Alfredo Moser (questo il nome) riesce a illuminare (nelle ore diurne) la propria abitazione senza elettricità. Bell'idea, ma in città? - Ecco, l'intuizione del giovane meccanico è valida, e nel 2011 ne hanno fatto un progetto (Isang Litrong Liwanag) per diffondere la tecnica nelle zone più diasagiate del pianeta. Ma in attesa che il tenore di vita si innalzi, si intende, e che le bidonville di mezzo mondo siano dotati dei servizi fondamentali. Grillo, invece, ha un'opinione diversa: "Non abbiamo bisogno di elettricità, gas, carbone - scrive -. Abbiamo bisogno di luce, caldo, freddo. Non abbiamo bisogno di più energia, ma di nuove tecnologie". Ecco, Beppe rovescia il piano interpretativo: l'obiettivo non è estendere il benessere minimo a quanti più cittadini, ma portare in Italia il disagio delle zone più povere del mondo. Il tutto in nome dell'ambientalismo. L'unica domanda, adesso, è: di quanti fori nel tetto ha bisogno la villa di Grillo, sul lussuoso quartiere collinare di Sant'Ilario, per essere illuminata a sufficienza?

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