Sicurezza-bis, i dubbi di Sergio Mattarella e le voci sui magistrati: affondano la legge voluta da Salvini?
Per il decreto sicurezza-bis potrebbe non essere ancora finita. Potrebbe insomma non essere bastato il voto di fiducia di ieri, lunedì 5 agosto, dove al Senato il M5s e Luigi Di Maio si sono nuovamente inchinati allo strapotere politico di Lega e Matteo Salvini. La voce viene rilanciata da Repubblica, che tira in ballo Sergio Mattarella, al quale attribuisce dubbi relativi al testo. Secondo quanto scrive il quotidiano schieratissimo contro il ministro dell'Interno, l'inquilino del quirinale eccepirebbe su un "sistema sanzionatorio non equilibrato rispetto alle condotte contestate. Pene eccessive". Eppure, aggiunge sempre Repubblica, questi ipotetici dubbi non impediranno a Mattarella di firmare, dunque promulgare, la legge. Leggi anche: Mattarella verso il bis al Quirinale, la bomba di Bisignani Ma il capo dello Stato potrebbe accompagnare il via libera con una sorta di lettera, proprio come avvenne nell'ottobre 2018, quando venne promulgato il primo decreto sicurezza. A quel tempo, il capo dello Stato aveva ribadito l'intangibilità di alcuni diritti degli immigrati, garantiti dalla Costituzione. Lettera o non lettera, staremo a vedere. Il punto, conclude Repubblica, è che più che il presidente della Repubblica, a smontare la legge voluta da Salvini contro ong e immigrazione selvaggia, potrebbero scendere in campo i giudici. L'articolo, conclude sottolineando che "in attesa degli eventuali rilievi scritti di Mattarella, è convinzione diffusa, tra molti giuristi, che questa legge alla fine sarà smontata dalla Corte costituzionale". Il che, in un Paese dove comandano i giudici, stupirebbe fino a un certo punto.