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Matteo Salvini, il retroscena: "Se l'Europa ci fa la guerra ci faccio la campagna elettorale"

Giulio Bucchi
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Ammutoliti con una frase: Matteo Salvini ordina, e Luigi Di Maio e Giuseppe Conte eseguono. Il primo convintamente, il secondo a malincuore. I retroscena sulla notte della lettera del governo all'Unione europea si sprecano e a spiccare è una frase del leader della Lega, riportata da Repubblica: "Se ci dichiarano guerra io ci costruisco sopra l'intera campagna elettorale: l'Europa dei burocrati contro la manovra del popolo". E così l'esecutivo è andato avanti a spron battuto sulla linea del no a modifiche alla manovra, che è rimasta a saldi invariati e con il tetto del 2,4% del deficit.  Leggi anche: "Conte in minoranza, ostaggio a Palazzo Chigi". Retroscena, caos nel governo La partita con la Commissione Ue nasconde però anche quella interna tra gli alleati, con la Lega che vuole capire fino a che punto Di Maio controlli il M5s. Poco, a giudicare da quanto accaduto più o meno in contemporanea con il CdM a Palazzo Chigi in commissione Bilancio al Senato, dove Gregorio De Falco ha votato con l'opposizione mandando sotto la maggioranza sul fondamentale emendamento sul condono a Ischia al Dl Genova. Di Maio non vorrebbe ragionare sulla campagna elettorale, ma deve tenersi pronto e la carta "Europa cattiva" può far presa anche sul suo elettorato. Di contro, a Conte interessa poco o nulla del futuro, visto che sarà sicuramente un premier a termine con nessun futuro in politica. Ragiona sul qui e ora, possibilmente per non andare a casa subito, e anche per questo crede ancora nella mediazione con Bruxelles: "Vedrete non ci bocceranno, siamo solo al primo anno di governo. Ci devono lasciare lavorare e poi rientreremo nei parametri. Troveremo un accordo politico per evitare l'infrazione, se crolliamo noi si fa male anche l'Europa".

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