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Laura Boldrini, sindaco le augura lo stupro, ma lei attacca Matteo Salvini

Matteo Legnani
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Era l'ottobre del 2017, quando il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camicciottoli (peraltro eletto con una lista civica), si era augurato che gli stupratori della coppia polacca a Rimini finissero ai domiciliari a casa di Laura Boldrini, "per farle tornare il sorriso". Per quella sparata Camiciottoli era stato rinviato a giudizio lo scorso marzo per diffamazione e oggi, all'apertura del procedimento, la Boldrini era in tribunale a Savona, dove naturalmente ha colto la palla al balzo per attaccare frontalmente Matteo Salvini (un vero e proprio pallino fisso, che Laura c'abbia una cotta per il leader leghista?). Parlando ai giornalisti, l'ex presidente della Camera ha spiegato che "qualche giorno fa Matteo Salvini mi ha chiesto pubblicamente di condannare le minacce di morte che aveva ricevuto a Milano durante una manifestazione di piazza. E io l'ho fatto perché sono convinta che il dibattito politico non possa essere dominato dall'odio e dalla violenza. Ma a Salvini chiedo ora cosa pensa delle affermazioni di Camiciottoli che investono non solo la mia dimensione privata ma la condizione di tutte le persone, in particolare le donne, che subiscono insulti, minacce e volgarità di ogni genere?”. Leggi anche: Il sindaco di Pontinvrea travolto dagli insulti dopo la frase sullo stupro alla Boldrini "Ho ricevuto un insulto abominevole - spiega Boldrini -. Volevo essere qui a Savona perché quello che ha detto il primo cittadino è di una gravità incommensurabile. Mi ha augurato lo stupro, come se una violenza sessuale possa essere per una donna motivo di benessere o di ilarità. Davanti a una frase del genere credo non si possa lasciar correre. L'ulteriore aberrazione è che Camiciottoli rappresenta una comunità, e quindi mi chiedo quali garanzie dia un sindaco così alle cittadine che rappresenta. Quale messaggio sarà arrivato ai giovani? Sono qui per mia figlia. Anche lei è rimasta molto colpita da questa vicenda".

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