Giunta, sì alla decadenza di Berlusconi da Senatore
Una sentenza già scritta. Una sentenza politica. Che piove, come previsto, in Giunta elezioni del Senato: è stata avanzata la richiesta di decadenza da senatore di Silvio Berlusconi dopo la condanna in Cassazione per il processo Mediaset. E' arrivato il sì. Il presidente e relatore, il vendoliano Dario Stefano, ha letto la decisione, presa a maggioranza della Giunta. Ora la palla passa al Senato per la ratifica della decisione che, da regolamento, deve arrivare entro venti giorni. Dura la reazione del Cavaliere: "Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma dalla precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia". Nella nota, l'ex premier aggiunge: "La democrazia di un Paese si misura dal rispetto delle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sull'imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali - accusa Berlusconi - oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si vìola lo Stato di diritto - conclude - si colpisce al cuore la democrazia". La nota del Cav e le reazioni del Pdl Leggi l'approfondimento L'iter - Il presidente della Giunta, Stefano, ha ricordato che "il Regolamento ci dà 20 giorni di tempo per presentare la relazione all'aula, ma quello che posso dire io è che non so quante ore impiegherò per scriverla". Il vendoliano, insomma, assicura tempi brevi: farlo fuori, farlo subito. Ora manca soltanto la messa a punto del documento da presentare in Senato, il ramo del Parlamento che avrà la parola definitiva sull'esilio politico di Berlusconi. "E' stata una discussione molto concentrata sul merito - ha aggiunto Stefano - e ora, trattandosi di prima applicazione di questa legge, farò in modo che la relazione sia la più dettagliata possibile, affinché ogni senatore possa farsi un giudizio sulla vicenda". Ora dovrà essere una nuova seduta della Giunta, non ancora convocata, ad approvare la relazione. I nomi - A votare contro la decadenza sono stati i membri della giunta del Pdl: il vicepresidente Giacomo Caliendo, Maria Elisabetta Alberti Casellati, l'ex realtore Andrea Augello, Nico D'Ascola, Carlo Giovanardi, Lucio Malan. A loro si è aggiunta la leghista Erika Stefani e l'esponente del Gal, Mario Ferrara. A impallinare il Cav, invece, compatti il centrosinistra, Scelta Civica e il Movimento 5 Stelle. I voti a favore della decadenza sono quelli di Dario Stefano (presidente della Giunta, di Sel), Stefania Pezzopane (vicepresidente del Pd), il segretario democratico Isabella De Monte e l'omologo di Scelta Civica, Benedetto Della Vedova, i grillini Maurizio Buccarella, Vito Crimi, Serenella Fucksia. Quindi i democratici Felice Casson, Giuseppe Cucca, Rosanna Filippin, Doris Lo Moro, Claudio Moscardelli e Giorgio Pagliari. Tra gli altri voti pro-decadenza quello del socialista Enrico Buemi.