Pd, verso il rinvio dell'assemblea
Epifani chiede di spostare la data: all'ordine del giorno le regole sulle primarie. I democratici sono dilaniati: ecco tutti i nodi da risolvere
Ultime ore di trattative nel Pd per le regole del congresso. Tra sabato e lunedì la commissione dovrebbe riunirsi per esaminare il testo messo a punto dal 'pontiere' Roberto Gualtieri, al termine del giro di contatti con tutti i membri, ma anche se tutti ostentano ottimismo restano da sciogliere ancora alcuni nodi. Il documento, e gli eventuali punti irrisolti, dovrebbero essere discussi la prossima settimana dalla direzione del partito. L'ultima parola spetterà all'assemblea; fissata da Guglielmo Epifani all'ultima direzione per il 14 settembre, la riunione potrebbe slittare almeno di una settimana per la coincidenza con l'apertura della Fiera del Levante a Bari. Lo spostamento dell'assise è stato già informalmente comunicato da Epifani ad alcuni membri della segreteria. Segretario e candidato premier - Assodato ormai il superamento dell'automatismo tra segretario e candidato premier, ancora restano da definire i dettagli della norma. E' possibile che si tocchi lo statuto solo all'articolo 18, dove si dice che in caso di primarie di coalizione il candidato del Pd è solo il segretario, rendendo permanente la deroga già approvata per la competizione Bersani-Renzi. Oppure che si emendi anche l'articolo 3, in cui si prevede che il segretario sia "proposto dal Partito come candidato all'incarico di presidente del Consiglio dei Ministri". Sembra invece saltata ogni ipotesi di 'clausola di salvaguardià per stabilire che il premier in carica, se del Pd, è automaticamente candidato alle primarie, norma tagliata su Enrico Letta. "Ci hanno provato, ma non passerà", ha ironizzato un deputato renziano. Il congresso, vale a dire le primarie per il leader, saranno aperte agli iscritti e agli 'aderentì, a chi cioè dichiari di aderire al Partito democratico. Per votare sarà prevista una quota di qualche euro, forse solo per chi non è iscritto. Resta il nodo dei tempi dell'elezione dei segretari regionali e dei termini di presentazione delle candidature per il leader nazionale. I renziani premono perchè i segretari regionali siano eletti con primarie e lo stesso giorno del segretario nazionale, così da legare le due competizioni, e ipotizzano già la data del congresso: il 24 novembre. Ma la maggioranza smentisce che già vi sia un'ipotesi di data. Anzi. Si continua a ribadire solo che "il congresso sarà entro l'anno", con sorrisi che fanno pensare che non vi sia alcuna fretta. I candidati - Il timore è che costruendo prima tutte le strutture territoriali, Matteo Renzi possa essere poi penalizzato nella corsa alla segreteria. Non solo. I renziani chiedono che le candidature nazionali siano presentate prima dei congressi di circolo e provinciale. Su questo l'intesa ancora non c'è. "I segretari regionali dovranno essere eletti insieme a quelli di circolo e provinciali, su questo non deroghiamo", ha chiarito un parlamentare bersaniano, "se non c'è accordo si va in assemblea". Quanto ai tempi delle candidature, si lavora su 'lodo zoggiarellum', com'è stata scherzosamente ribattezzata la proposta di Davide Zoggia: aprire i termini di presentazione un paio di settimane prima dei congressi locali e restare aperti altrettanto dopo. Del resto, fa notare più di un parlamentare, diversi candidati sono già usciti allo scoperto: da Gianni Cuperlo a Pippo Civati a Gianni Pittella. Proprio su Civati però oggi è partito un attacco interno, ufficialmente smentito ma confermato da diversi presenti alla riunione della segreteria di oggi. In un breve passaggio della discussione sul finanziamento pubblico dei partiti, Andrea Manciulli ha sottolineato la necessità di un sostegno compatto di tutto il partito al governo, senza distinguo. Chiarendo di parlare non solo a titolo personale, Manciulli avrebbe detto che se uno non vota la fiducia all'esecutivo e si candida a segreteria l'esercizio disciplina di partito appare assai limitato. Civati non è stato mai nominato, ma il riferimento non è sfuggito ai presenti. E non avrebbe trovato sponda, almeno per ora.