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Pronto un decreto legge per "anestetizzare" il Porcellum

L'idea del governo Letta è quello di fare una legge che non convenga a nessun partito in modo da costringerli a fare una vera riforma

Nicoletta Orlandi Posti
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  In vista della sentenza della Consulta a fine anno sul Porcellum con la prospettiva di rivotare con un proporzionale stile Prima Repubblica i partiti sono al lavoro per riformare la legge elettorale, visto che i tempi per mettere mano alla Costituzione sono decisamente più lunghi. Il governo pare si stia concentrando su una soluzione che "anestetizzi" il problema: un decreto legge, secondo le parole del ministro Gaetano Quagliarello "che non convenga a nessuno in modo da non indurre in tentione quel partito che pensasse di trarre vantaggio".  Secondo il retroscena tratteggiato da Repubblica due le ipotesi alle quali starebbe pensando Enrico Letta. Da una parte c'è la strada di fissare, cosa per altro contestata dalla Corte Costituzionale perché nel Porcellum non c'è, la soglia del premio di maggioranza al 45%: una percentuale talmente alta che ad oggi nessun partito potrebbe raggiungere. Dall'altra c'è l'abolizione totale di questo premio in modo che il Porcellum, fa notare Palazzo Chigi, diventi un proporzionale puro: cosa che nessun partito vuole e che li spingerebbe dunque a una vera e propria riforma. Del resto la Cassazione ha rinviato con una ordinanza alla Corte costituzionale la legge elettorale in vigore perchè secondo la suprema Corte sconta l'assenza delle preferenze per l'elezione dei parlamentari e l'irragionevole premio di maggioranza alla Camera ed è più che fondato il rischio che debbano essere ripetute le consultazioni.  Da parte sua la presidente della commissione Affari del Senato, Anna Finocchiaro, ha depositato il disegno di legge che abroga l'attuale sistema elettorale (''il Porcellum'') e reintroduce il precedente Mattarellum, con alcune modifiche. Il testo prevede per entrambe le Camere un premio di maggioranza a chi abbia superato la soglia del 40%.

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