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I montiani scaricano Casini:"Colpa sua e di Finise abbiamo preso pochi voti"

Matteo Legnani
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Potremmo chiamarla una "guerra dei poveri", visto il misero risultato ottenuto alle politiche del 25 febbraio. E' quella verbale che è scoppiata tra casiniani e montiani, aperta ieri con un intervista al Corriere del leader Udc. "Monti è stato una scelta sbagliata" ha detto in sintesi Pierferdy, rincrescendosi di non essersi schierato scegliendo invece il centro del Prof. Parole alle quali i collaboratori del presidente del Consiglio replicano senza giri di parole: "Abbiamo preso meno voti di quanti ne aspettavamo perchè avevamo dentro la lista proprio Fini e Casini". Tiè. E ancora, quelle di Casini sono parole che testimoniano "scarsa gratitudine". Andrea Olivero, coordinatore di Scelta civica, parla sul Corriere di "giudizi affrettati" da parte di Casini. "Non mi pare - dice - che l'esperienza della coalizione montiana possa essere liquidata com eun errore nè come una parentesi". Ancora, Casini "sottovaluta il percorso di medio e lungo periodo che, in qualche misura, l'operazione scelta civica ha messo in moto. Non solo un'operazione terzopolista, ma l'avvio dello sgretolamento del bipolarismo". Sarà... ma l'impressione è che a "sgretolare" il bipolarismo sia stato alle ultime elezioni politiche Grillo, e non Monti. E quelle di Olivero sono parole che fanno tornare alla mente quelle di Fini (e dello stesso Casini) all'indomani delle scoppole elettorali incassate dal loro "terzo polo" non più di un paio d'anni fa. Caustico, sulle parole di Casini, anche il giudizio di Enzo Carra: "Un leader non ragiona col senno di poi, altrimenti non è più un leader" dice Carra al Corriere. "se uno guida la macchina andando a sbattere quando il secondo o il terzo guidatore gli dicono che sta facendo male una curva, farebbe meglio a scendere dalla macchina e ad andare a piedi". 

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